“Dieci anni di Scuola in Ospedale” presso la Struttura Complessa di Pediatria del Presidio Ospedaliero di Busto Arsizio .

Ultima modifica: 25 Marzo 2022

Intervista all’insegnante Rosella Cornelli, Maestra della Scuola in Ospedale

Redazione Web: Buongiorno, quest’anno la Scuola in Ospedale festeggia un importante traguardo: 10 anni, ci racconta come è partito questo importante progetto?
Rosella Cornelli:  L’Ufficio Scolastico Provinciale, guidato allora dal dott. Merletti, è stato autorizzato ad aprire una sezione di scuola in ospedale presso il reparto di Pediatria dell’Ospedale di Busto Arsizio.
Una grande struttura come questa era deficitaria di una realtà così importante, presente all’ospedale di  Tradate e al Del Ponte di Varese da decenni. Ovviamente l’apertura della sezione è stata concordata in maniera sinergica dall’associazione del Ponte del Sorriso, già presente in pediatria nella sala giochi, nella persona del Presidente Emanuela Crivellaro, dall’allora Preside dell’Istituto Comprensivo E. Crespi prof. Ernesto Marrella e, soprattutto, dal Primario del Reparto di Pediatria dott.ssa Simonetta Cherubini che ha da subito individuato nella scuola in ospedale un valore aggiunto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Redazione Web: Cosa l’ha spinta a decidere di fare la maestra in Ospedale?
R.C.: Esperienze di vita personali che mi hanno fatto conoscere la realtà della scuola in ospedale in importanti strutture di Milano e hanno fatto scaturire in me il profondo desiderio di dare una svolta significativa al mio lavoro di insegnante. Ho iniziato questa nuova esperienza sostenuta da una fortissima motivazione e poco dopo da una formazione ad hoc promossa dal MIUR della Lombardia e messa in campo dall’Università Cattolica di Milano.
Redazione Web: Ci racconta come si svolge la sua giornata tipo?
R. C.: Ogni giornata inizia con “l’accoglienza”, momento importantissimo e imprescindibile per impostare gli interventi didattici quotidiani. Conosco i nuovi bambini e ragazzi ricoverati, mi presento e presento la scuola in ospedale con le sue peculiarità, anche attraverso un pieghevole informativo. Mi relaziono con i pazienti e con i loro famigliari : è questo momento che fa scaturire l’empatia tra noi. Saluto i degenti già conosciuti e  programmiamo insieme il lavoro. In classe la presenza dei computer e della lim costituiscono un valido strumento didattico.
Redazione Web: C’è qualche aneddoto che le è capitato in questi 10 anni e che le è rimasto nel cuore?
R. C.: Ci sono moltissimi aneddoti, 10 anni sono tanti e sono ricchi di ricordi. Ci sono contatti insegnante/alunno che sono continuati e continuano tuttora con ragazzi che sono poi stati trasferiti  in altre strutture, ci sono gli indimenticabili sorrisi dei bambini a volte dispiaciuti di lasciare il reparto, ci sono gli abbracci di chi passa a trovarti anche tempo dopo  la dimissione e soprattutto i pensieri di piccoli e adolescenti che ti dicono che questa scuola a loro è piaciuta tanto, è stato bello imparare e si sono anche divertiti.