#testimonianzepreziose: da curare ad essere curato, l’esperienza COVID del dott. Angelo Carabelli

Ultima modifica: 19 Marzo 2022

La RedazioneWeb intervista il Dott. Angelo Carabelli, responsabile della S.C. di Dermatologia dell’Ospedale di Gallarate e di Busto Arsizio.

Redazione Web : Ciao Angelo, innanzitutto grazie della disponibilità a raccontare la tua storia. Possiamo solo immaginare che non sia facile ripercorrere la vicenda ma crediamo, ora più che mai, che sia importante raccogliere la testimonianza di chi il COVID l’ha vissuto sulla propria pelle, da medico oltretutto. La tua storia ha lasciato con il fiato sospeso per molti mesi tutta l’azienda, ed in particolare i tuoi colleghi di Gallarate e di Busto. Siamo, quindi, molto felici ora di vederti ristabilito.
Come è cominciato il calvario? Quando hai capito di aver contratto il COVID?
Angelo Carabelli: I primi giorni di marzo cominciano i primi sintomi, poca roba, febbre lieve e gastroenterite. Nulla di più di mali di stagione.  Dopo 5 giorni però i sintomi non passano e decido di recarmi in ospedale per degli accertamenti. Benchè non avessi alcun problema respiratorio, ad un collega del pronto soccorso viene il sospetto, non me lo dice ma mi prescrive una tac polmonare. L’esito è di un inizio di polmonite bilaterale. Il giorno dopo il tampone conferma il sospetto: ho preso il Covid.
Dal quel momento tutto cambia, mi ricoverano presso il reparto di malattie infettive di Busto Arsizio dove tuttavia la situazione migliora. Ero molto agitato ed avevo  il supporto dell’ossigeno ma non ricordo di avere avuto importanti problemi di respirazione. Dopo circa 2 o 3  settimane ho avuto due tamponi negativi e mi preparavo ad uscire.
Invece all’improvviso la situazione è peggiorata e mi hanno dovuto intubare e trasferire in rianimazione dove  sono rimasto circa 4 o 5 settimane.
RW : Hai ricordi di quel periodo?
AC: Non molti, ho dei vaghi ricordi di videochiamate fatte con la mia famiglia, mia moglie, i miei figli. Non sono sicuro che siano ricordi del tutto reali, mi sembrava di stare come in un lungo sogno.
I miei famigliari  mi hanno però raccontato che nel periodo di Pasqua la situazione si è aggravata ulteriormente, tanto che si è pensato al peggio. Fortunatamente ciò non è successo e sono qui  a raccontarvelo!!
RW : Quando è finito il calvario? O meglio è veramente finito tutto ora?
AC: Dopo la rianimazione e un altro mese in medicina 2 avevo perso circa 23 kg, soprattutto di muscolatura e non riuscivo a muovermi! E’ stato quindi necessario un ulteriore periodo in riabilitazione. Ero molto preoccupato ma i miei colleghi ed  i fisioterapisti sono stati bravissimi, in 15 giorni mi hanno rimesso in piedi e il 20 giugno sono tornato finalmente a casa! In tutto ho passato 110 giorni in ospedale!
Ora sto bene e di settimana in settimana mi sento meglio. Ho ancora degli strascichi, tipo non sento perfettamente gli odori ed i sapori e qualche altro piccolo fastidio, ma la situazione migliora di giorno in giorno. Sono anche tornato al lavoro il 26 agosto scorso e piano piano sto riprendendo la mia vita.
Questa esperienza, però, mi ha provato molto e nonostante amo il mio lavoro e soprattutto i miei meravigliosi collaboratori ho deciso, dopo 32 anni di lavoro in questa azienda e 43 anni di contributi, di andare in pensione. Mai avrei pensato di vivere una pandemia mondiale e invece…
RW: C’è qualcos’altro che vuoi aggiungere al termine di questo incontro?
AC: Si, quando mia moglie mi ha restituito il cellulare, ho scoperto le centinaia di messaggi e chiamate che avevo ricevuto da parte di famigliari, amici, pazienti e colleghi di tutta l’azienda, preoccupati per le mie condizioni di salute. Piano piano ho risposto a tutti! Il loro grande affetto mi ha aiutato a superare questa situazione così difficile e mi aiuta anche adesso perché tornando al lavoro e rivedendo gli stessi colleghi che mi hanno assistito è bello sentire la loro vicinanza e il loro sollievo nel vedermi ristabilito!
Ringrazio davvero tutti loro per l’affetto smisurato a me a alla mia famiglia! Non posso citarvi ad uno ad uno perché siete troppi e ho paura di dimenticare qualcuno!!
Un grazie in particolare ai numerosi colleghi che si sono alternati nel curarmi con grandissima professionalità, impegno e dedizione! Grazie anche al personale paramedico dei vari reparti che mi è sempre stato vicino e mi ha assistito con cura. Grazie davvero di cuore!
RW : Siamo molto felici, infatti, di rivederti tra noi!
Un’ultima domanda: Ora siamo nella fase 2, ma con la riapertura delle scuole e la stagione fredda, sembra probabile un riacutizzarsi dell’epidemia.  Quali sono i tuoi sentimenti in proposito e quali consigli ti senti di dare?
AC: Mi è rimasta una grande paura di riprendere questa malattia. Ho voluto comunque tornare al lavoro perché la vita continua ma il pensiero di poterla contrarre di nuovo non mi abbandona mai. Sto attento ad ogni misura di distanziamento e uso la mascherina praticamente sempre, nonostante i miei polmoni non siano più quelli di prima.
So che è fastidioso tenere la mascherina e per me lo è ora ancora di più, ma vi chiedo di indossarla e di rispettare tutte le indicazioni date per il bene di tutti. Non sottovalutate questo virus, ne va della vostra salute e di quella dei  vostri cari!
Grazie, Angelo, per aver condiviso con noi la tua esperienza! E bentornato fra noi!!
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