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24 Lug 2018
Carlo Crespi

Ambrogio Riganti
(Busto Arsizio, Varese, 1903 – Jerago, Varese, 1966)

Carlo Crespi
Olio su tela, cm. 70 x 50

Nato il 16 aprile 1890 da Giuseppe, di professione calzolaio, e da Maria Cerana, Carlo Crespi, ai più noto come Carluèn, fu impiegato per più di quarant’anni in una manifattura cittadina.
Giunto all’età del pensionamento, non avendo avuto figli dalla moglie Maria Vidali, decise di destinare l’intero importo della sua liquidazione, diviso in parti uguali, ai due principali enti di assistenza della città, vale a dire l’Istituto “La Provvidenza” e l’Ospedale di Circolo.
Carlo Crespi morì nel febbraio del 1958.

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24 Lug 2018
Carlo Dionigi Ferrario

Pietro Sezenna
(attivo a Milano allÂ’inizio del XX secolo)

Carlo Dionigi Ferrario
Olio su tela, cm. 78 x 60

Nato nel 1846 da Giuseppe e Carolina Cormani, Carlo Dionigi Ferrario si impegnò presto nella filatura meccanica che il padre possedeva, in società con Carlo Ottolini, ad Olgiate Olona controllando la lavorazione dei tessuti che avveniva nello stabilimento di Busto e seguendo con il fratello Luigi anche la filiale di via Meravigli a Milano.
Coniugatosi con Carolina Introini, Carlo Ferrario rimase vedovo ancor giovane e ancor giovane, a 32 anni, morì lontano dal borgo natio il 26 novembre 1878.
Delle sue sostanze, come si deduce dal testamento conservato in copia nell’archivio dell’Ospedale, lasciò alla Congregazione di Carità la cascina detta “dei Pilastri”, denominata anche Bonsignori, con tutti i fondi annessi, cascina che si trovava lungo la strada per Lonate Pozzolo.

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24 Lug 2018
Carlo Radice

Arturo AbbĂ 
(Milano, 1881 – 1953)

Carlo Radice
Olio su tela, cm. 66 x 52

Nato l’11 maggio 1870 da Donato e da Giuseppina Ferrario, Carlo Radice con i fratelli Luigi, Enrico ed Angelo fu proprietario di una tessitura meccanica fondata nel 1900 con sede in via traversa Mazzafame (attuale via Muratori) e altri stabilimenti a Gemonio e a Magnago. In essi si lavoravano “cotonine, candide e greggie” esportate soprattutto nelle Americhe.
Coniugato con Maria Garavaglia, visse con lei ed i tre figli nella bella casa di via Roma 8, già appartenuta all’ingegnere Leopoldo Candiani (n. 10), non trascurando “i doveri di Religione, Patria, Famiglia” come fu scritto in occasione della sua morte, avvenuta il 9 settembre 1937.
Come da testamento, la famiglia devolse generose offerte alle opere di beneficenza dei Frati Minori e allÂ’Ospedale cittadino.
Amico affezionato del cardinale Eugenio Tosi, grazie ai suoi buoni uffici, ottenne la Commenda di San Gregorio Magno dal papa Pio XI.

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24 Lug 2018
Carlo Raffaele Ottolini

Ugo Galvagni
(Firenze, 1867 – Alessandria dÂ’Egitto, 1942)

Carlo Ottolini
Olio su tela, cm. 82 x 58

Carlo Rafaele Ottolini nacque a Busto Arsizio nel 1836 da Angelo, che aveva avviato “con scarsi mezzi la preparazione dei tessuti”, come si legge su una lapide nella cappella di famiglia al cimitero. Dei sette figli di Angelo fu proprio Carlo a trasformare il modesto laboratorio, già però dotato di mangano, ma ancora a scala familiare, in uno stabilimento tecnologicamente avanzato, dove presto lo affiancarono i tre figli Antonio, Enrico ed Ernesto.
Al cotonificio Carlo Ottolini arrisero numerosi successi per la qualitĂ  dei prodotti come i premi ottenuti all’Esposizione Nazionale di Palermo (1891), all’Esposizione Americana (1892) e la medaglia d’oro del Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio, assegnatagli sempre in quegli anni.
Nel 1894 Carlo Ottolini fece aprire uno stabilimento a Cedrate, riservato alla tessitura, e nel 1896 accettò di dare un’immagine moderna a quelli bustesi con lÂ’intervento dell’architetto Camillo Crespi Balbi, autore anche delle monumentali ville dei figli.
Carlo Ottolini, talvolta duro nei rapporti con i dipendenti, come dimostrò in occasione di un drammatico sciopero del 1892, fu però attento ai problemi ed ai bisogni dei suoi operai.
Alla morte, avvenuta nel 1900, la moglie Maria Elisabetta Tosi e i sette figli elargirono sostanziose oblazioni alle associazioni caritatevoli della parrocchia di San Michele e all’Ospedale; inoltre, in sua memoria venne versata la somma di lire 10.000 che, unita a quella di numerosi altri industriali, consentì nel 1905 l’avvio del nuovo ospedale.

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24 Lug 2018
Carlo Schapira

Angelo De Bernardi
(Busto Arsizio, Varese, 1904 – 1984)

Carlo Schapira
Olio su tela, cm 70 x 55

Carlo Schapira nacque a Crajova, in Romania, nel 1880 da Giovanni e Sylvia Weil, ma ancor giovane approdò a Busto Arsizio dove fu corrispondente estero (sapeva cinque lingue) presso il Cotonificio Carlo Ottolini.
Nel 1908 con Carlo Tognella (n. 65) fondò una società di rappresentanza e di commercio di prodotti tessili e in seguito una tessitura meccanica ad Arsago Seprio.
Intorno al 1915 la società di Schapira e Tognella diventò azionista di maggioranza del Cotonificio Bustese (già Ottolini) e ne avviò profondi rinnovamenti ed ampliamenti che portarono la ditta ad essere una delle più accreditate nell’ambito tessile in Italia fin oltre la metà del 1900.
Nella loro giovanile intraprendenza i due industriali aprirono anche, nel 1916, in una casa di via Dante, un ospedale per i soldati feriti. In seguito Carlo Schapira appoggiò l’opera del professor Solaro, direttore sanitario dell’ospedale, e gli fu a fianco come consigliere d’amministrazione. A lui e ad Antonio Tognella fu dedicato il padiglione di Malattie Infettive che avevano fatto innalzare a loro spese.
Nominato Cavaliere del Lavoro nel 1956, Carlo Schapira fu insignito anche della targa dÂ’oro della Civica Benemerenza di Busto Arsizio lÂ’anno successivo.
Si spense a Milano nel 1967.

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24 Lug 2018
Carlo Solbiati

Pittore anonimo
(attivo nella prima metĂ  del XX secolo)

Carlo Solbiati
Olio su tela, cm. 70 x 53

Carlo Solbiati nacque a Busto Arsizio il 2 giugno 1875 da Michele (1831-1895) e da Caterina Bottigelli (1833-1906). Ancor giovane entrò nella ditta paterna, fondata nel 1878 e specializzata nella tessitura a mano del cotone, dove si realizzavano “diagonali, reps, Panama, Beawertings, fantasie seta artificiale, Moleskins destinati alle Indie Olandesi, al Levante, all’Africa e all’America”.
Insieme con i fratelli, in particolare Leopoldo (n. 64) la potenziò, aprendo due moderni stabilimenti: uno a Sant’Antonino, acquistato dalla Manifattura Italiana, ed uno in città, in fondo a via Umberto I, dopo il Ricovero di Mendicità.
Coniugatosi con Alba (Albina) Scotti, ebbe da lei un figlio, Enea, che continuò sulla scia imprenditoriale del padre.
Carlo Solbiati morì ancor giovane, di broncopolmonite, il 21 settembre 1927. La vedova ed il figlio, continuando l’esempio del congiunto, offrirono in sua memoria 50.000 lire in modo che l’Ospedale potesse ultimare il gabinetto di fisioterapia e di radiologia a cui tanto teneva il primario di allora, professor Giuseppe Solaro.
Il quadro con lÂ’effigie di Carlo Solbiati fu donato dalla famiglia per essere esposto nella quadreria nel 1927.

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24 Lug 2018
Carlo Venzaghi

Carlo Grossi
(Carpi, Modena, 1857 – Milano, 1931)

Carlo Venzaghi
Olio su tela, cm. 82 x 65

Figlio del Cavaliere del Lavoro Achille Venzaghi (n. 29) e di Emilia Ferrari, Carlo nacque nel 1880 a Busto Arsizio. Dopo gli studi, entrò nella ditta fondata dal padre, rimanendo al suo fianco in ruoli tecnico-direttivi.
Nel secondo decennio del 1900 si impegnò particolarmente nell’amministrazione del Teatro Sociale, diventando prima sindaco, poi consigliere ed infine (1914) presidente del consiglio, “portando in periodi assai difficili all’amministrazione e alla gestione del Teatro Sociale largo contributo di operositĂ , di vera lungimiranza e di generositĂ  personale”, come di lui ebbe a dire l’avvocato Carlo Castiglioni, suo successore nella carica di presidente.
Morì il 23 ottobre 1918 a Milano in seguito a malattia contratta mentre, richiamato, prestava servizio militare come tenente del 12° Cavalleggeri Saluzzo.
In sua memoria il padre, oltre ad un cospicuo lascito all’ospedale cittadino, istituì un Fondo Pensioni per i dipendenti del cotonificio divenuti inabili al lavoro ed una cassa di maternitĂ  per le proprie operaie gestanti.

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24 Lug 2018
Carolina Candiani Durini di Monza

Studio Varischi e Artico
(attivo a Milano agli inizi del XX secolo)

Carolina Candiani Durini di Monza
Carta allÂ’albumina bromuro dÂ’argento, cm. 60 x 42

Aloida Carolina Felicia nacque a Rho il 27 ottobre 1846 dal cavaliere Giovanni Candiani, proprietario di uno stabilimento tessile a Marnate, dove si produceva la tela “Olona” e di un elegante palazzo tardo-neoclassico in via Novara, ora Giuseppe Lualdi, e da Antonia Bossi (n. 11), possidente. Nel 1867 sposò nella chiesa di San Michele Giulio Durini, conte di Monza, avvocato, poeta e promotore della ferrovia della valle Olona. Dopo le nozze, allietate da sei figli, Carolina, forte dell’esempio del padre, spinse il coniuge ad aprire una tessitura. Pur risiedendo nell’aulica villa della famiglia Durini a Gorla Minore, dove morì nel 1922, Carolina Candiani rimase legata a Busto Arsizio e, sempre tramite il marito, fu parte decisiva negli avvii del Teatro Sociale, inaugurato nel 1891. Nel testamento, conservato nell’archivio dell’Ospedale, Carolina Candiani destinò 40.000 lire “per concorso dell’arredamento dei due padiglioni chirurgici”, 5.000 lire per l’istituto dei Cronici ed altre 5.000 per il Fondo Beneficenza riservato ai piccoli sussidi di povertà.

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24 Lug 2018
Carolina Della Bella Cardani

Angelo CantĂą
(Milano, prima metĂ  del XX secolo)

Carolina Della Bella Cardani
Olio su tela, cm. 76 x 56

Maria Carolina Luigia Della Bella nacque il 2 giugno 1863 da Giovanni, di professione mediatore, e da Giovanna Reguzzoni.
Si sposò nel 1884 con Giovanni Cardani (n. 36) che, dopo esperienze nella produzione del tessile in Sud America e presso la Giovanni Milani e Nipoti, aprì una tessitura con stabilimenti a Busto Arsizio e a Cairate. Dalla loro unione nacquero Luigi, che continuò l’attività paterna, e Maria, diventata in seguito la moglie del pittore Marcello Odilone.
Donna sensibile e particolarmente vicina alle attività di beneficenza del Santuario del Sacro Cuore, Carolina Della Bella non dimenticò l’Ospedale cittadino, come prova il generoso lascito alla sua scomparsa, avvenuta il 5 dicembre 1935.

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24 Lug 2018
Cesare Tosi

Waifron Torresan
(Villafranca di Verona, Verona, 1903 – Busto Arsizio, Varese, 1982)

Cesare Tosi
Olio su tela, cm. 70 x 50

Il distinto signore effigiato in questa tela da Waifron Torresan è Luigi Cesare Plinio Tosi, nato il 29 gennaio 1890 da Giuseppe, Pepinètu, “indoratore” che teneva aperto in via Milano un bazar di articoli da pittore, oggetti decorativi, quadri, stampe e cartoline della città in esclusiva, e da Rosa Bianchi, che s’erano sposati nel 1873 ad Olgiate Olona.
Con le sorelle ed il fratello, tutti non sposati, Cesare Tosi, di professione impiegato presso la Banca Popolare di Milano, ereditò una vasta porzione dell’antica casa addossata all’abside di San Giovanni dov’era il negozio paterno. Alla sua scomparsa, avvenuta il 7 maggio 1953, non avendo eredi, stabilì che la somma ricavata dalla vendita di questo edificio andasse all’Ospedale di Circolo.

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24 Lug 2018
Edoardo Gabardi

Carlo Bonomi
(Turbigo, Milano, 1880 – 1961)

Edoardo Gabardi
Olio su tavola, cm. 150 x 90

Nato nel 1871 da Giuseppe, che nel 1866 aveva incominciato una prima lavorazione ed un commercio di cascami in piazza Asilo (ora Trento e Trieste), Edoardo Gabardi continuò l’attività paterna potenziandola nella preparazione “di materie prime per filati di cotoni idrofili, ovatte, utilizzando fino all’ultimo scarto i residui di cotone e di altre fibre tessili”.
L’intraprendenza lo portò ad estendere la sua attività sia in campo finanziario sia in quello industriale, dove diventò consigliere del cotonificio di Besnate e Romagnano Sesia, comproprietario del Cotonificio Ponte San Marco e della Filatura di Cossato e presidente del Tubettificio Intrese “per la produzione di tubetti per filati da tessere e per cucirini”.
Fu in pratica nei consigli di tutti gli enti bustesi, da quelli assistenziali (Asilo Infantile, Orfanotrofio Maschile, Ospedale, Patronato dei Liberati dal carcere) a quelli culturali (Teatro Sociale, SocietĂ  del Quartetto, Dante Alighieri).
Grazie alle sue elargizioni fu acquistata la colonia della Ceresola a Berbenno (Bg) e costruita quella Elioterapica; anche la chiesa di Sant’Edoardo potè essere innalzata grazie alla sua disponibilità. Furono numerose le onorificenze a lui assegnate: fra esse quella di Cavaliere del Lavoro nel 1942 e, nel 1958, la Civica Benemerenza della città di Busto Arsizio.
Si spense nel 1962, in tempo per non vedere demolita la grandiosa villa in via Mameli dove aveva vissuto dopo averla acquistata dal cav. Carlo Bossi.
La quadreria dellÂ’Ospedale possiede di Edoardo Gabardi un altro ritratto, opera di Angelo De Bernardi, esposto nei corridoi secondari del Padiglione Centrale.

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24 Lug 2018
Edvige Gabardi Lualdi

Carlo Bonomi
(Turbigo, Milano, 1880 – 1961)

Edvige Gabardi Lualdi
Olio su tavola, cm. 70 x 50

Figlia di Edoardo (n. 53) e di Annetta Anzini (n. 44), Edvige Angela Giuseppina nacque il 14 aprile 1902.
Dopo gli studi compiuti nella città natale, sposò l’ingegner Angelo Battista Lualdi e con lui formò una delle coppie più ammirate ed eleganti in città.
Morì in un incidente automobilistico il 14 agosto 1936 a Baden bei Wien mentre con il marito faceva ritorno da Berlino, dove si era recata per assistere alle Olimpiadi, lasciando un figlio in tenera età: Edoardo Lualdi Gabardi, in seguito diventato corridore automobilista.

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24 Lug 2018
Eligio Milani

Carlo Grossi
(Carpi, Modena, 1857 – Milano, 1931)

Eligio Milani
Olio su tela, cm. 75 x 60

Nato il 12 maggio 1884 da Benedetto (n. 33), fondatore, nel 1870, della ditta Giovanni Milani e Nipoti, e da Carolina Tosi, Eligio Milani compì gli studi presso il collegio Rotondi di Gorla Minore e si specializzò nella computisteria e nella ragioneria, discipline che gli servirono al momento di entrare, con incarichi di responsabilità, nella ditta che il padre, alla scomparsa avvenuta nel 1906, lasciò in eredità a lui ed ai fratelli Luigi (n. 75), Giovanni (n. 77) e Giuseppe (n. 89). Purtroppo potè assolvere questi compiti solo fino al 1918, quando scomparve dopo breve malattia.
Eligio Milani non fu solo impegnato nella ditta, ma anche nelle attivitĂ  di pubblica beneficenza tanto da succedere al padre nel consiglio di amministrazione della Congregazione di CaritĂ , in quegli anni alle prese con la costruzione del nuovo ospedale.

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24 Lug 2018
Emilio Garavaglia

Mario Acerbi
(Milano, 1887 – Pavia, 1982)

Emilio Garavaglia
Olio su tela, cm. 74 x 56

Nato a Busto Arsizio nel 1878, Emilio Garavaglia era nipote di quellÂ’Antonio che fin dai primi anni dellÂ’Ottocento aveva aperto una ditta che si applicava pionieristicamente alla tintura dei filati.
Nel 1863, alla scomparsa di Antonio, le redini dell’impresa vennero prese dal figlio Giovanni e, nel 1899, i tre figli di questo aprirono tre ditte diverse: la Carlo Garavaglia, la Enrico Garavaglia e la Giovanni Garavaglia di Emilio. Quest’ultima, di fatto, continuava la ditta del nonno, che venne perfezionata dal titolare “con trasformazioni, ampliamenti e migliorie che la arricchirono e potenziarono di impianti e macchinari modernissimi così da organizzare la lavorazione e i processi di tintoria non secondi agli stabilimenti italiani del genere. Ai reparti di tintoria si susseguirono quelli degli appretti, della mercerizzazione e della stamperia di filati”.
Attento ai bisogni delle sue maestranze, Emilio Garavaglia, che aveva voluto per la sua ditta una sede “moderna” di gusto liberty in via d’Azeglio, progettata da Silvio Gambini, non mancò di far innalzare case per gli operai nelle immediate vicinanze dello stabilimento.
Fin dal 1922 fu socio accomandante della Banca Alto Milanese, fondata in quellÂ’anno da Benigno Airoldi, Giuseppe Giorgetti e Alberto Saibene.
Emilio Garavaglia morì a Busto Arsizio nel 1945.

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24 Lug 2018
Enrico Candiani

Paolo Candiani
(Busto Arsizio, Varese, 1897 – 1981)

Enrico Candiani
Olio su tela, cm. 230 x 110

Nato il 1° novembre 1851 da Pietro e da Angiola Marinoni, Enrico Candiani assunse in ancor giovane etĂ  le redini dell’industria paterna, sita in via delle Scuole (ora G. B. Bossi), trasformandola nel 1876 in tessitura “Enrico Candiani”. La ditta, che in seguito ampliò la sua sede aprendola su via Umberto I (ora Fratelli d’Italia), aveva anche stabilimenti in via Palestro 14, a Fagnano Olona e a Sacconago e dava lavoro ad un numero rilevante di operai impegnati a produrre tessuti per pantaloni, biancheria, tovaglieria e per copriletti di cotone.
Enrico Candiani ebbe anche parte attiva nella conduzione amministrativa della cittĂ  di Busto Arsizio e venne eletto piĂą volte consigliere comunale, diventando anche assessore.
Fu presidente della SocietĂ  Anonima del Teatro Sociale e, a lungo, consigliere della Congregazione di CaritĂ  alla quale, nel 1904, insieme con altri nove benefattori, decise di offrire un vasto terreno per costruirvi il nuovo ospedale.
In seguito, per ricordare i figli Umberto e Riccardo, prematuramente scomparsi, fece costruire a proprie spese un padiglione destinato alla MaternitĂ  ed alla Pediatria: ne fece stendere il progetto all’ingegnere Carlo Wlassics, che curò soprattutto la parte tecnica, ed al proprio figlio, architetto Paolo, che rese l’edificio “piĂą di un sanatorio, una sontuosa villa dell’etĂ  sforzesca”.
Enrico Candiani morì a Busto Arsizio il 4 agosto 1926, pochi giorni prima che questo padiglione fosse inaugurato.

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24 Lug 2018
Enrico Castellanza

Mario Acerbi
(Milano, 1867 – Pavia, 1982)

Enrico Castellanza
Olio su tela, cm. 90 x 64

Nato nel 1869 da Giovanni e da Erminia Lualdi, Enrico Castellanza negli anni delle fortune tessili che avevano toccato la città di Busto Arsizio, seppe mettere a profitto la sua esperienza nel campo e con il socio e cognato Pietro Borri fondò nel 1911 una ditta di lavorazione dei tessuti di cotone “specialmente in fantasia con seta artificiale”, ditta che aveva sede in via Massimo d’Azeglio.
Uomo sempre disponibile verso le istituzioni assistenziali della città, non trascurò di fare ampie offerte, con la moglie Letteria Borri, al Santuario del Sacro Cuore, da lui abitualmente frequentato, all’erigenda Chiesa dei SS. Pietro e Paolo e all’Ospedale.
Enrico Castellanza scomparve il 25 novembre 1924, improvvisamente, nella sua casa di via Canova, lasciando ai figli Ettore e Carletto il compito di continuare lÂ’attivitĂ  imprenditoriale intrapresa.

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24 Lug 2018
Enrico Dell’Acqua

Pietro Sezenna
(attivo a Milano allÂ’inizio del XX secolo)

Enrico DellÂ’Acqua
Olio su tela, cm. 76 x 57

Difficile condensare in poche righe l’avventura umana di Enrico Dell’Acqua, nato ad Abbiategrasso il 22 maggio 1851 da genitori bustesi. Dopo una prima esperienza nell’ambito della casa commerciale della famiglia della madre (la Pietro Provasoli, con sede in piazza della Fiera, ora Manzoni) e l’apertura di una sua tessitura a Castrezzato (Brescia), Dell’Acqua decise di andare a vendere direttamente i prodotti tessili, senza la mediazione dei grossisti, in un primo tempo nell’Italia meridionale e poi in America Latina, aprendo sedi a Buenos Aires, Montevideo e San Paolo del Brasile. Soprattutto in queste terre, grazie all’apertura di una Società di Esportazione a lui intitolata, della quale facevano parte numerosi altri industriali, egli potè diffondere le merci che uscivano dai cotonifici bustesi e non. Nel 1904, dopo duri scontri con i consiglieri della Società di Esportazione, si dimise da tutte le cariche che aveva nella stessa e fondò l’Accomandita Enrico Dell’Acqua & C., continuando con questa i suoi progetti. La sua vitale ed avventurosa attività – per ben 49 volte attraversò l’Atlantico! – gli procurò l’ammirazione di Luigi Einaudi che non mancò di definirlo il “principe mercante”. Enrico Dell’Acqua, nominato Cavaliere del Lavoro nel 1898, morì improvvisamente il 13 luglio 1910 negli uffici della sua Società in Foro Bonaparte a Milano; dopo i solenni funerali, fu sepolto al Cimitero Monumentale di Milano. La città di Busto Arsizio gli volle innalzare sulla piazza della nuova stazione un imponente monumento, opera dello scultore Enrico Saroldi, inaugurato dal principe Amedeo di Savoia-Aosta il 12 ottobre 1929.

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24 Lug 2018
Enrico Pozzi

Giannino Grossi
(Milano, 1889 – 1969)

Enrico Pozzi
Olio su tela, cm. 62 x 49

Figlio di Giuseppe, titolare dell’omonimo cotonificio di corso XX Settembre, e di Emilia Lualdi, del ramo Pastuèl, Enrico Pozzi nacque nel 1878 e fin da giovane collaborò nella ditta paterna, diventando con il fratello Luigi Emilio (n. 82) assegnatario della stessa e, nel 1916, consigliere delegato, allorchè il cotonificio si fuse con la “Tintoria Fratelli Lualdi”.
Enrico Pozzi fu attivo nella vita culturale e sportiva di Busto Arsizio: infatti fu console della zona per il Touring Club Italiano, membro del consiglio della Società Ginnastica “Pro Patria et Libertate” e consigliere del Teatro Sociale.
Dopo le nozze con Ester Nella Costa, da cui rimase presto vedovo, ebbe anche residenza a Milano.
Come altri membri della sua famiglia, volle ricordarsi nel testamento dellÂ’Ospedale di Circolo, offrendo una consistente somma per lÂ’ammodernamento ed il miglioramento dei servizi sanitari.
Morì nella sua casa di corso XX Settembre nel febbraio 1941.

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24 Lug 2018
Ernesto Travelli

Carlo Grossi
(Carpi, Modena, 1857 – Milano, 1931)

Ernesto Travelli
Olio su tela, cm. 75 x 60

Di famiglia originaria di Oleggio, Ernesto Travelli nacque a Busto Arsizio il 4 settembre 1848 dall’avvocato Carlo, figura eminente della comunitĂ  bustese e fondatore dell’Asilo Sant’Anna, e da Mariannina Rossi.
Laureatosi in Legge, fu a lungo consigliere comunale ed anche sindaco di Busto Arsizio nel 1884-85; in seguito, dal 1904, fu deputato del Consiglio Provinciale di Milano.
PersonalitĂ  attenta ai problemi della cittĂ , fu presente lĂ  dove sentiva di essere necessario ed in particolare si impegnò nel consiglio di amministrazione dell’asilo fondato dal padre ed in quello della Congregazione di CaritĂ , diventando nel 1896 presidente di quest’ultimo. In questa veste si adoperò per l’ampliamento del nosocomio e per la sistemazione dei malati cronici che vennero trasferiti dal fabbricato detto “delle Stelline” in una manica nuova dell’ospedale.
Fu membro del consiglio della SocietĂ  Operaia di Mutuo Soccorso, fondata nel 1868, e presidente della SocietĂ  Reduci delle Patrie Battaglie del mandamento.
Ernesto Travelli morì il 17 giugno 1924 e la sua tomba al cimitero cittadino fu ornata da un medaglione con la sua effigie, opera di Adolfo Wildt.

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24 Lug 2018
Este Gabardi

Carlo Bonomi
(Turbigo, Milano, 1880 – 1961)

Este Gabardi
Olio su tela, cm. 48 x 35

Unico ritratto di bambino presente nella quadreria dell’Ospedale di Busto Arsizio, l’effige di Este Bernardo Gabardi nato il 27 novembre 1903 da Edoardo (n. 53) e da Annetta Anzini (n. 44) e scomparso il 1° giugno 1912, ci porta ai tempi in cui la mortalitĂ  infantile, nonostante i progressi della medicina, era ancora alta e frequente. Proprio per incentivare studi e ricerche che la arginassero, i genitori del piccolo Este offrirono all’ospedale una generosa oblazione in suo ricordo.

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24 Lug 2018
Ettore Chierichetti

Ambrogio Riganti
(Busto Arsizio, Varese, 1903 – Jerago, Varese, 1966)

Ettore Chierichetti
Olio su tela, cm. 54 x 44

Nato il 17 agosto 1901 da Stefano (n. 52) e da Giuseppina Pozzi (n. 58), Ettore Chierichetti collaborò insieme con gli altri quattro fratelli – Giovanni, Pasquale, Ernesto e Ambrogio – alla conduzione della ditta “G. Chierichetti e Fratelli”, occupandosi in particolare dello stabilimento di Samarate, dove erano impiantati i telai per la lavorazione dei tessuti.
Sposato con Rita Arabini, ebbe da lei tre figli e, dopo una vita laboriosa, scomparve a Samarate, suo luogo di residenza, il 5 aprile 1965.
Come per i genitori, anche a suo nome i fratelli fecero un donativo allÂ’Ospedale di Circolo che decise di porre il ritratto di Ettore Chierichetti nella Quadreria dei benefattori.

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24 Lug 2018
Felice Curti Sala

Pietro Murani
(attivo a Gallarate nella prima metĂ  del XX secolo)

Felice Curti Sala
Olio su tela, cm. 60 x 50

Ragioniere ed amministratore fra i piĂą in vista della cittĂ , marito di Maria Candiani (n. 63) di antica famiglia bustese che annoverava tra gli antenati il canonico pittore Biagio Bellotti, Felice Curti Sala, nato nel 1869, fu anche membro consigliere, nei primi anni del secolo, della SocietĂ  Cooperativa Bustese per le Case Popolari che diede avvio allÂ’edilizia destinata agli operai nei nuovi quartieri dei Frati e di via Goito.
Con gesto munifico dispose che alla sua scomparsa, avvenuta nel 1931, venissero beneficate, tramite il figlio Emanuele, alcune istituzioni bustesi fra cui, appunto, lÂ’Ospedale.
Sulla sua tomba lo scultore milanese Alfredo Sassi ripropose nel bronzo una Deposizione che Biagio Bellotti alla metĂ  del Settecento aveva dipinto nel cortile della casa di via San Gregorio dove aveva residenza.

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24 Lug 2018
Felice Stoppa

Luigi Cerudi
(attivo a Busto Arsizio agli inizi del XX secolo)

Felice Stoppa
Olio su tela, cm. 78 x 59

Ad offrire contributi, anche sostanziosi, all’erigendo ospedale di corso Italia, non furono soltanto grandi industriali o banche locali. Infatti, a scorrere l’elenco pubblicato nel 1912 dalla Congregazione di Carità o le lapidi all’ingresso monumentale dell’Ospedale Civico, si leggono nomi di professionisti, commercianti, sacerdoti, vedove e benestanti. Tra queste persone v’è anche Felice Stoppa, un distinto signore, elegante nella sua immacolata camicia su cui spicca un estroso papillon, nato il 2 ottobre 1864 da Martino e da Giuseppa Luraschi, originari di Albairate, e morto il 19 luglio 1910 nella nostra città.
Poche sono le notizie che si riferiscono a lui: fu sposo di Costanza Somasca; la loro figlia adottiva, Bice Maria, sposò l’ingegner Eugenio Prandina, figlio del professore Fabrizio, preside del Ginnasio bustese.
Il suo benessere gli derivava anche da una “fabbrica di scatole” di sua proprietà, situata tra corso XX Settembre e via Raffaello Sanzio, e da una casa d’affitto in via Milano 1.

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24 Lug 2018
Francesco De Meo

Pietro Sezenna
(attivo a Milano agli inizi del XX secolo)

Francesco De Meo
Olio su tela, cm. 78 x 60

Nato nel 1864, Francesco De Meo trovò a Busto Arsizio la compagna della sua vita: Vittoria Introini, donna partecipe ai problemi dell’assistenza in città tanto da diventare prima presidentessa dell’Orfanotrofio Maschile e ispettrice delle scuole elementari.
Nel 1906 il De Meo, che aveva assunto qualche funzione nell’ambito delle attività della famiglia Introini, stilò un testamento che nominava la moglie erede universale, “imponendole però l’onere di impiegare annualmente il superfluo delle rendite in due distinti depositi, l’uno dei quali a favore dell’erigendo Ospedale di Busto Arsizio”. Secondo le volontà, parte di questo lascito doveva servire all’acquisto di apparecchi medico-chirurgici e per l’istituzione di una borsa di studio. Il cospicuo lascito, anche per volere della moglie, fu costituito in Ente Morale, amministrato dalla Congregazione di Carità, col titolo di Amministrazione Fondo De Meo.
Recentemente l’Amministrazione dell’Ospedale, rispettando una clausola del testamento che prevedeva la cura della tomba nel cimitero, ha rinnovato la concessione della stessa garantendole una continuità nel nome della coppia De Meo-Introini, che era stata così sollecita ai bisogni della città.

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24 Lug 2018
Giovan battista Provasoli

Stefano Bersani
(Melegnano, Milano, 1872 – Lora, Como, 1914)

Giovan Battista Provasoli
Olio su tela, cm. 60 x 45

Appartenente ad una famiglia fra le prime ad impiantare una fabbrica di tessitura già menzionata dal Ferrario, Giovan Battista Provasoli (dal nome del nonno, mercante di manifatture tra i più importanti di Busto nei primi decenni dell’800) nacque a Busto Arsizio il 7 settembre 1826 e morì nel 1904 a Milano, dove risiedeva in corso Magenta 42.
Legato in parentela con Benigno Crespi, proprietario del “Corriere della Sera”, e con Enrico Dell’Acqua (n. 28), Provasoli si impegnò nella gestione della ditta familiare di cui si perdono le tracce all’inizio del XX secolo.
Uomo attento ai bisogni della cittĂ , fu vicino alle istituzioni benefiche della stessa, incontrando sempre stima e fiducia, come prova anche un appunto di monsignor Tettamanti che intendeva nominarlo nel Consiglio Direttivo dell’Asilo Sant’Anna.
Sempre munifico verso la Congregazione di CaritĂ , elargì, secondo i documenti reperiti nell’archivio dell’Ospedale, “24 cartelle fondiarie di lire 500 per l’istituzione di due letti” e, alla sua scomparsa, destinò un lascito di lire 100 di rendita divisibile fra l’Asilo Infantile “San Giuseppe” di Piazza Fiera (ora Manzoni) dove “la maggior parte dei bambini è accettata gratuitamente”, e la Congregazione di CaritĂ  che assunse lÂ’impegno di destinare la somma all’Ospizio dei Cronici.

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