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24 Lug 2018
Giovanna Bernocchi Venzaghi

Mario Ornati
(Vigevano, Pavia, 1887 – Milano, 1955)

Giovanna Bernocchi Venzaghi
Olio su tela, cm. 64 x 54

Nata a Legnano il 22 settembre 1872 da Rodolfo, che aveva aperto una lavorazione di candeggio in uno stabilimento lungo l’Olona, Giovanna Bernocchi, chiamata familiarmente Giannina, sposò Pietro Venzaghi (n. 74), anch’egli industriale tessile, e gli diede sei figli fra cui Aldo (n. 98), caduto per la patria nel 1918.
Donna vitale ed energica, dedita alla famiglia e alle opere assistenziali – ebbe un ruolo di primo piano nel Sottocomitato bustese della Croce Rossa durante e dopo la prima guerra mondiale – amò la musica, partecipando con autentica passione alle serate operistiche e concertistiche del Teatro Sociale.
Con la somma ottenuta dalla liquidazione del fratello Antonio (1859-1930), senatore del Regno e continuatore a Legnano del cotonificio di famiglia, Giannina Venzaghi acquistò una vastissima azienda agricola nel Milanese, azienda che seppe gestire in maniera adeguata fino alla scomparsa, avvenuta nella casa di via Mazzini l’8 luglio 1945.

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24 Lug 2018
Giovanna De Bernardi Garavaglia

Cesare Fratino
(Milano, 1886 – 1969)

Giovanna De Bernardi Garavaglia
Olio su tela, cm. 97 x 74

Nata il 18 aprile 1873 da Pietro, già titolare di un’amideria in corso XX Settembre e da Maria Ruggeri, Giovanna De Bernardi si coniugò con Emilio Garavaglia (n. 67) titolare dell’omonima tintoria di via Massimo d’Azeglio.
Donna sensibile ed elegante, oltre ad essere un’attenta madre ed una perfetta padrona di casa, non mancò di essere presente negli enti assistenziali della città, privilegiando quelli del Santuario del Sacro Cuore, di cui era assidua frequentatrice.
Si spense improvvisamente lÂ’11 febbraio 1925 ed il marito ed i figli vollero che rimanesse in cittĂ  un ricordo di lei, devolvendo a tale scopo ad alcune istituzioni benefiche fra cui lÂ’Ospedale ampie offerte.

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24 Lug 2018
Giovanni Colombo

Luigi Fiori
(attivo nel XX secolo)

Giovanni Colombo
Olio su tela, cm. 60 x 50

Nato a Busto Arsizio il 17 dicembre 1879, Giovanni Colombo, con grande spirito d’iniziativa, costituì nel 1919 una società in accomandita a suo nome, trasformata nel 1928 in Tessitura Giovanni Colombo. Essa aveva uno stabilimento a Morazzone e la sede con la tessitura in via Mameli, sull’angolo con via Nino Bixio, dove era anche l’abitazione del principale, in un’elegante villa progettata nel 1911 da Silvio Gambini.
La ditta era specializzata “nella produzione di stoffe per pantaloni, gabardine, zephirs, flanelle in genere” diffuse, a lavorazione conclusa, in Sud America, Egitto ed Europa orientale.
Coniugato con Corinna Belvisi, Giovanni Colombo ebbe da lei tre figli – Mario, Gino e Franco – che alla sua scomparsa, avvenuta il 12 marzo 1958, continuarono lÂ’attivitĂ  paterna.

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24 Lug 2018
Giovanni Cozzi

Pino Rusconi
(attivo nella prima metĂ  del XX secolo)

Giovanni Cozzi
Olio su tavola ovale, cm. 54 x 44

Giovanni Cozzi nacque il 17 gennaio 1863 da Luigi e Giovanna Aspesi a Busto Arsizio ed in questa città fondò nel 1892 una ditta a suo nome specializzata nella fabbricazione di “tralicci, flanelle, brillantine e canapine di cotone e iuta, rasati spinati per materassi, oxfords, coutils, camicie colorate” esportati in Oriente e Sud America. Questa importante ditta aveva sede in via Confalonieri 5 e stabilimenti a Dairago, a San Macario presso Samarate e a Casorate.
Coniugato con Rosa Lattuada, Giovanni Cozzi ebbe tre figli: Giuseppina, Giovanna e Luigi. Quest’ultimo, che fu anche presidente della Pro Patria negli anni Trenta, continuò l’attività intrapresa dal padre fino alla definitiva chiusura della ditta.
Giovanni Cozzi scomparve il 30 novembre 1927, riservando nel suo testamento larghe offerte allÂ’Ospedale di Circolo ed alla chiesa di San Michele di cui era parrocchiano.

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24 Lug 2018
Giovanni Milani

Lodovico Zambeletti
(Milano, 1881 – 1966)

Giovanni Milani
Olio su tela, cm 65 x 60

Figlio di Benedetto (n. 33) e di Carolina Tosi del ramo BilitrĂş, Giovanni Milani, nato a Busto Arsizio il 19 maggio 1882, fu mandato dal padre, dopo i primi studi al Collegio Rotondi di Gorla Minore, in Germania ed in Svizzera per approfondire e sviluppare le conoscenze tecniche, meccaniche e chimiche necessarie per le tante lavorazioni del tessuto che si effettuavano presso il Cotonificio Milani e Nipoti di proprietĂ  della famiglia.
Dopo il servizio militare svolto nell’artiglieria a cavallo, Giovanni Milani entrò con compiti direttivi nell’azienda paterna, a fianco dei fratelli Luigi (n. 75), Eligio (n. 83) e Giuseppe (n. 89), determinando con loro il suo grandioso sviluppo.
Nell’ambito familiare fu la persona che seguì più da vicino le vicende dell’ospedale facendo anche parte del consiglio di amministrazione ai tempi del professor Solaro, di cui era grande amico.
Il cav. Giovanni Milani si spense nel 1951, appena due mesi dopo la scomparsa del fratello Luigi.

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24 Lug 2018
Giovanni Xeconti

Ugo Galvagni
(Firenze, 1867 – Alessandria dÂ’Egitto, 1942)

Giovanni Xeconti
Olio su tela, cm 130 x 86

Nato a Venezia nel 1865, dopo gli studi in un collegio di Schwiz, dove approfondì la conoscenza della lingua tedesca, fu assunto dalla Manifattura Tosi di Busto Arsizio e lì conobbe la figlia del principale, Zita, che sposò nel 1891, avendo da lei ben cinque figli. Da allora entrò nella conduzione dell’azienda che negli stabilimenti di corso XX Settembre a Busto, di Castellanza – uno in via Olona, l’altro alla Garottola – di Milano e di Novara lavorava il cotone in tutto il suo ciclo. A fianco del suocero fu attento ai problemi delle maestranze e fece istituire per loro una cassa mutua e polizze di assicurazione, favorendo inoltre l’idea del suocero di creare per i propri dipendenti case decorose e confortevoli con “ricchezza di verde” attorno. Alla scomparsa di Roberto Tosi (n. 26), nel 1911, fu il continuatore delle sue imprese, diventando consigliere delegato e direttore generale della Manifattura Tosi. Uomo elegante, “di un’ascendenza di distinto ceto, orgogliosamente esibita” ed inserito nella società mondana cittadina che si ritrovava al Sociale o nelle feste date nelle case private, fu partecipe degli albori dello sport bustese, diventando presidente della Società Ginnastica Bustese al momento della sua fondazione, nel 1896, e consigliere della Società Mandamentale di Tiro a Segno, con poligono in brughiera di Fagnano Olona. Anche Giovanni Xeconti fu tra i primi sottoscrittori, con la quota di lire 5.000, dell’erigendo nuovo Ospedale. Morì improvvisamente, a Milano, nella sua casa di via Montebello 30, nel 1915; le sue spoglie furono collocate nella cappella funeraria del suocero, caratteristica per la sua forma di piramide – il progetto era dell’ingegnere Amedeo Fontana – recentemente smantellata di tutte le suppellettili e le lapidi originarie e passata in proprietà ad altra famiglia.

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24 Lug 2018
Giuseppe Borri

Carlo Grossi
(Carpi, Modena, 1857 – Milano, 1931)

Giuseppe Borri
Olio su tela, cm. 73 x 60

Nato a Busto Arsizio nel 1867 da Ambrogio, calzolaio, e da Crispina Crespi, Giuseppe Borri a nove anni lavorava giĂ  col padre. Alla scomparsa della madre, fu mandato da parenti a Milano e a quattordici emigrò lĂ  dove erano “conosciuti e praticati dei sistemi meccanici per la produzione delle calzature”. Nel 1892, tornato a Busto, aprì in vicolo Albrisi la ditta Borri Giuseppe, la prima in Italia specializzata nella fabbricazione meccanica delle calzature “cucite a guardolo col sistema Goodyear (o norvegese, con la cucitura grossa e assolutamente impermeabile), installando macchinari germanici; non pago però del loro rendimento, nel 1900, non esitò a trasformare il suo impianto con l’adozione delle piĂą perfette macchine americane esposte all’Esposizione di Parigi”. Nel 1908 la Borri Giuseppe fu assorbita nel Calzaturificio Lombardo Borri e Vitale, essendo entrato il Borri in societĂ  con i fratelli Oreste e Pio Vitale. Per le novitĂ  tecnologiche introdotte nella lavorazione delle calzature tale ditta fu premiata nel 1909 con una medaglia d’oro ed un diploma dal Ministro dell’Industria e Commercio. In seguito, sciolta la societĂ  con i Vitale, Giuseppe Borri fondò l’omonimo calzaturificio che trovò elegante e funzionale sede negli stabili a fianco delle Ferrovie dello Stato di allora. Nel 1916 il Borri ricoprì la carica di Ispettore Generale per la fabbricazione delle calzature civili. Sempre disponibile alla beneficenza, alla sua scomparsa, avvenuta il 15 dicembre 1926, stabilì che fosse destinata alla Congregazione di CaritĂ  una sostanziosa cifra. In seguito la moglie Rosa Bottigelli (n. 60) e i figli fondarono a suo nome la Casa di Riposo per “persone del medio ceto” annessa all’Istituto della Provvidenza. Sempre in suo ricordo la famiglia volle donare alla chiesa dei SS. Apostoli l’altare maggiore.

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24 Lug 2018
Giuseppe Candiani

Giuseppe Molteni
(Affori, Milano, 1800 – Milano, 1867)

Giuseppe Candiani
Olio su tela, cm. 87 x 70

Nipote di Biagio Bellotti (n. 2) che lo ospitò “in casa come figlio, lo istruì nella pittura e gli garantì la successione nel suo canonicato ottenendo dalla Santa Sede la dispensa per poterglielo rinunziare”, Giuseppe Candiani, nato a Busto Arsizio nel 1750 da Liborio e Maddalena Bellotti, diventò sacerdote e canonico di San Giovanni.
Parente di un altro canonico della Collegiata, Leopoldo (1751-1819) che alla sua scomparsa aveva offerto una pingue somma per lÂ’erezione dellÂ’ospedale, Giuseppe, come si può leggere in una lapide un tempo murata nel vecchio ospedale ed ora sulla controfacciata della chiesa di S. Giuseppe, “…erectionem nosocomii/primus curavit vivus/atque universi patrimonii istituit” [curò in vita lÂ’erezione di questo ospedale ed alla sua morte lo istituì erede di tutto il suo patrimonio]. Un patrimonio del tutto ragguardevole costituito da lire milanesi 24.000 e da altre sostanze risultate del valore netto di altre lire 71.039. Giuseppe Candiani morì il 22 marzo 1831 nel borgo natale e la direzione della Congregazione di CaritĂ , visto il ricco lascito, commissionò a Giuseppe Molteni il ritratto che fu esposto lÂ’anno successivo a Brera.
Il dipinto è stato restaurato da Isabella Pirola in occasione della mostra Accoppiamenti giudiziosi (2004-2005).

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24 Lug 2018
Giuseppe Castiglioni

L. Tosi
(attivo nel XX secolo)

Giuseppe Castiglioni
Olio su tela, cm. 64 x 50

Nato il 6 giugno 1864 da Francesco e Paola Tosi, Giuseppe Castiglioni nel 1888 fondò con Vittorio Lissoni una tessitura meccanica che nel 1907, a seguito della partecipazione in essa dell’onorevole Carlo Dell’Acqua, fu denominata “Cotonificio Dell’Acqua, Lissoni e Castiglioni” (la sede era in via XX Settembre 9 e lo stabilimento era situato in via Verdi, parte dell’attuale viale Duca d’Aosta).
Da subito consigliere e direttore generale dell’importante fabbrica di “tessuti lisci e operati, tovaglieria e biancheria, asciugamani e foderami, telerie, fantasie, jacquards destinati all’America del Sud, all’India, alla Romania e alla Bulgaria”, il Castiglioni, nel 1926, alla scomparsa del Lissoni, ne divenne il presidente. Uomo partecipe della vita bustese, fu consigliere dell’Ospedale, del Teatro Sociale, della Società Ginnastica Bustese e della Società di Cura Climatica della Bernaga. Con la moglie, Beatrice Bottigelli, fu particolarmente vicino alle opere di beneficenza della Parrocchia di San Giovanni, godendo dell’amicizia e della stima di monsignor Paolo Borroni al quale offrì di rinnovare, ovviamente a sue spese, la copertura in rame della cupola di Santa Maria. Nel 1924 Giuseppe e Beatrice Castiglioni offrirono all’Ospedale, allora diretto dal professor Solaro, un’ingente somma per il nuovo impianto di “raggi ultravioletti, diatermia e bagni idro-elettrici”.
Giuseppe Castiglioni, che abitava in un elegante palazzetto in piazza Garibaldi, scomparve nella cittĂ  natale il 18 giugno 1932.

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24 Lug 2018
Giuseppe Crespi

Guglielmo Ferri
(Udine, attivo nei primi decenni del XX secolo)

Giuseppe Crespi
Olio su tela, cm. 80 x 60

Nato a Busto Arsizio il 3 dicembre 1847 da Giovanni, del ramo Legorino, di professione sellaio, e da Giovannina Bottigelli, Giuseppe Crespi si trasferì presto a Milano, prendendo residenza in una signorile casa di via Saffi 7. Nel testamento redatto il giorno di Natale del 1911, dopo aver riservato sostanziosi lasciti ai fratelli Carlo e Benedetto, alla sorella Felicita e alle cognate Emma Brailer, Maria Zanibelli e Maria Gagliardi, non volle dimenticare gli enti d’assistenza della città che lo vide nascere, offrendo 20.000 lire al nuovo Ospedale, 5.000 lire rispettivamente al Ricovero di Mendicità ed all’Asilo Infantile e 15.000 al Comune perché le destinasse, in parti uguali, alla Scuola Tecnica Pareggiata, alla Scuola Elementare Maschile ed a quella Femminile. La rendita di questa ultima somma avrebbe dovuto servire per premi annuali agli alunni meritevoli, premi intitolati ai genitori e alle tre sorelle Carolina, Felicita e Rosa, “le prime due già maestre per oltre quarant’anni” nelle scuole elementari bustesi.
Di professione Ispettore del Demanio e delle Tasse sugli affari del V Circolo di Milano, professione che gli permise di vivere in discreto benessere, fece viaggi pressochè in tutti gli stati d’Europa, portando da essi innumerevoli ricordi che volle destinare, sempre a leggere il testamento, agli amici più cari, fra cui i bustesi Achille Venzaghi (n. 29), Gaspare Gussoni, Tito Crespi, Ercole Pozzi, Vittorio Lissoni e Giovanni Milani (n. 77).
Il cavaliere Giuseppe Crespi si spense a Carate Lario, dove aveva una casa di vacanza, il 19 marzo 1918.

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24 Lug 2018
Giuseppe Introini

Studio Consani, Mascheroni & Sezenna
(attivo a Milano agli inizi del XX secolo)

Giuseppe Introini
Olio su tela, cm. 78 x 60

Nato a Busto Arsizio nel 1852, Giuseppe Introini si laureò in Ingegneria al Politecnico di Milano, senza tuttavia esercitare la professione anche perché impegnato nelle attività manifatturiere impiantate a Busto ed in Val d’Olona dalla famiglia.
AllÂ’inizio del XX secolo fu invece molto attivo nellÂ’ambito amministrativo della cittĂ , diventando fra lÂ’altro presidente della Commissione Edilizia, della SocietĂ  Anonima del Gaz e della SocietĂ  per la Condotta dellÂ’Acqua Potabile. Fu anche commissario per le Case Popolari ed Economiche e per il progetto delle nuove scuole Tommaseo. Sedette inoltre nel consiglio di amministrazione della Banca di Busto Arsizio di cui il padre era stato socio fondatore.
Non mancò di occuparsi anche di beneficenza e venne eletto presidente del Ricovero di mendicità “La Provvidenza” e dell’Asilo Infantile “Sant’Anna”. E’ annoverato tra i primi dieci sottoscrittori della cifra di lire 10.000 per l’erigendo ospedale e con la sorella Vittoria, coniugata De Meo, fece spesso consistenti oblazioni alla Congregazione di Carità. Fu parte attiva dell’amministrazione del Teatro Sociale, diventandone nel 1890 il primo presidente.
Giuseppe Introini morì nella città natale nel 1911.

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24 Lug 2018
Giuseppe Lualdi

Tarcisio Pogliani
(attivo a Milano all’inizio del XX secolo)

Giuseppe Lualdi
Marmo, cm. 70 x 44 x 43

Giuseppe Lualdi, nato a Busto Arsizio il 16 maggio 1814, fu dapprima impiegato nella ditta Turati, grazie al matrimonio con la cugina Teresa (n. 9), figlia di Gerolamo e Petronilla Turati, e sorella di Francesco, proprietario della suddetta ditta; dal 1852 con un altro cognato, Ercole Lualdi, acquistò la filatura di SantÂ’Eufemia presso Brescia. Tuttavia Giuseppe Lualdi è noto soprattutto in ambito amministrativo, avendo fatto sì che Busto Arsizio fosse veramente una cittĂ , e non solo perchĂ© lo era diventata giuridicamente nel 1864. Durante il suo decennio da sindaco (1874-1884) furono realizzate opere molto importanti fra cui l’allargamento e la pavimentazione di strade principali come la circonvallazione di San Gregorio, ora Mazzini, e strada Milano, ora XX Settembre, la canalizzazione delle acque e l’illuminazione a gas, incentivando il concorso economico per la tramvia Milano-Gallarate (1877). Giuseppe Lualdi istituì inoltre il corpo dei pompieri, regolamentò i servizi cimiteriali e non mancò di prestare attenzione alle finanze del Comune con l’eliminazione del debito pubblico e l’allestimento dell’ufficio delle imposte dirette. Fu anche attento all’istruzione ed alla cultura: convertì le scuole serali in domenicali per averne una maggior frequenza, diede contributi alla Filarmonica Bustese e volle che sul Palazzo Comunale fosse collocata una lapide in memoria del passaggio in cittĂ  di Giuseppe Garibaldi il 16 giugno 1864. Morì nella sua casa in via Novara (ora Lualdi) il 15 settembre 1903, destinando alla Congregazione di CaritĂ  il podere Lualdi alla Cascina del Lupo e 65 pertiche di terreno comprensive di casa colonica. Un obbligo stabilito dal Lualdi per la Congregazione di CaritĂ  fu quello di far erigere un monumento funebre sulla sua tomba al cimitero, tomba che, al pari di altre di cittadini illustri e benemeriti, molto improvvidamente venne distrutt

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24 Lug 2018
Giuseppe Marcora

Waifron Torresan
(Villafranca di Verona, Verona, 1903 – Busto Arsizio, Varese, 1982)

Giuseppe Marcora
Olio su tela, cm. 68 x 48

Giuseppe Angelo Erminio Marcora (Busto Arsizio, 15 marzo 1882 – 4 marzo 1965), piĂą conosciuto con il diminutivo di Pino, era figlio di Roberto (n. 32), il fondatore dellÂ’omonima Ferramenta, e di Rachele Paganini.
Nel 1909 Giuseppe “riscattava con il nome paterno l’impresa alla quale altri partecipavano in società e iniziava lo sviluppo maggiore della branca metallurgica con relativa lavorazione di metalli, trafilatura del ferro e dell’acciaio, laminazione a freddo, preparazione e lavorazione di tubi di ferro e acciaio”. Uomo deciso e intraprendente, fu sempre in prima fila nelle grandi iniziative bustesi: fu tra i primi azionisti dell’Aeroporto di Busto Arsizio e tra i fondatori dell’UBI (Unione Bustese Industriali) oltre che membro del Consiglio Sindacale, dal 1935 al 1959, del Credito Varesino. Né mancò di sostenere iniziative benefiche e società sportive, soprattutto la Pro Patria Calcio dei tempi d’oro.
Scomparve il 4 marzo 1965 nella sua villa di via Volta.

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24 Lug 2018
Giuseppe Milani

Lodovico Zambeletti
(Milano, 1881- 1966)

Giuseppe Milani
Olio su tela, cm. 65 x 60

Pietro Giuseppe Milani nacque a Busto Arsizio il 26 febbraio 1887 da Benedetto (n. 33), fondatore del Cotonificio Giovanni Milani e Nipoti, e da Carolina Tosi.
Come i fratelli Luigi (n. 75), Eligio (n. 83) e Giovanni (n. 77) studiò presso il collegio Rotondi di Gorla Minore; in seguito soggiornò in Inghilterra dove sperimentò le tecniche della filatura, una delle specializzazioni più importanti, allora, del cotonificio Milani.
Alla scomparsa del padre, avvenuta nel 1906, entrò, ancor giovane, ma già con ruoli di responsabilità, nella ditta insieme con i fratelli. In seguito diventò presidente della Giovanni Milani e Nipoti che nel frattempo si era ampliata aprendo stabilimenti a Castiglione Olona, Bienate e Sacconago.
Il cavalier Giuseppe Milani scomparve nella sua casa di corso XX Settembre, annessa al grandioso cotonificio, nel luglio del 1957.

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24 Lug 2018
Giuseppe Solaro

Franco Atschko (Asco)
(Trieste, 1903 – Milano, 1970)

Giuseppe Solaro
Marmo, cm. 63 x 59 x 41

Nato a Saluzzo nel 1882, Giuseppe Solaro si laureò nel 1906 a Torino, diventando assistente del professor Baldo Rossi all’Ospedale Maggiore di Milano. Si perfezionò in ostetricia e ginecologia e in chirurgia del sistema nervoso e presto fu libero docente di Patologia Speciale Chirurgica presso l’Università di Torino. Durante la prima guerra mondiale prestò servizio al fronte e fu decorato con una Croce al Merito e con due medaglie d’argento per quanto fece come chirurgo, soprattutto negli ospedali mobili. In seguito a concorso, fu nominato nel 1921 chirurgo primario e direttore dell’Ospedale di Busto Arsizio, promuovendone l’ampliamento e facendo dello stesso, in pochi anni, un punto di riferimento soprattutto per quanto riguardava l’alta chirurgia. Inoltre istituì laboratori di analisi, di ricerca scientifica e di radiologia e per l’aggiornamento dei medici volle che l’Ospedale fosse dotato di una biblioteca specializzata. Nel 1924 l’intervento da lui effettuato su un’ernia del disco intervertebrale fu il primo nel mondo. Autore di svariate pubblicazioni scientifiche fra cui due Rendiconti clinici che documentavano l’attività d’avanguardia del corpo sanitario bustese, e collaboratore dell’Enciclopedia Italiana, Giuseppe Solaro rimase direttore dell’Ospedale di Circolo fino al 1952, fondando, nel 1948, il Centro Scientifico per la Ricerca sul cancro, uno tra i primi in Italia. Morì a Genova il 7 luglio 1966 a poche ore dal decesso della moglie Giovanna. L’amministrazione dell’Ospedale, allora presieduta da Giovanni Rossini, volle iscrivere il suo nome a caratteri d’oro sulla lapide dei benefattori e decise di far intitolare a lui una sezione del padiglione chirurgico allora in costruzione. Quest’ultima delibera non è però ancora stata attuata.

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24 Lug 2018
Giuseppina Bossi Betti

Ambrogio Riganti
(Busto Arsizio, Varese, 1903 – Jerago, Varese, 1966)

Giuseppina Bossi Betti
Olio su tela, cm. 46 x 54

Nata in una spettabile famiglia bustese il 31 ottobre 1878, Giuseppina Bossi si coniugò con Carlo Betti (n. 69) e con lui visse nella bella villa di via IV Novembre 15, partecipando alla vita sociale e culturale della città, sia pure con discrezione.
Sempre con identico spirito, privo di ogni pubblicità, Giuseppina Bossi non mancò di essere presente, insieme con il marito e poi da sola, dopo la sua scomparsa, là dove c’era bisogno. Lo provano la disponibilità verso il Santuario del Sacro Cuore, di cui era parrocchiana assidua, le offerte alle chiese dei SS. Pietro e Paolo e di Sant’Edoardo, allora in costruzione nei nuovi quartieri della città, ed i lasciti in memoria del consorte e sua all’Ospedale di Circolo.
Giuseppina Bossi Betti scomparve nella cittĂ  natale il 6 novembre 1964.

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24 Lug 2018
Giuseppina Pozzi Chierichetti

Waifron Torresan
(Villafranca di Verona, Verona, 1903 – Busto Arsizio, Varese, 1982)

Giuseppina Pozzi Chierichetti
Olio su tela, cm. 70 x 50

Nata a Samarate il 21 luglio 1874 da Alessandro e da Luigia Colombo, Giuseppina Pozzi si coniugò con Stefano Chierichetti (n. 52) e da lui ebbe sei figli: Nino, Ettore (n. 102), Ernesto, Ambrogio, Giuseppina e Pasquale.
Nino, il maggiore, coinvolgendo gli altri fratelli, fondò la “G. Chierichetti e Fratelli”, una ditta di lavorazione dei tessuti con sede in via Cairoli a Busto Arsizio e stabilimenti a Samarate e a Gorla Minore.
Tutti i figli, alla scomparsa della madre, avvenuta il 6 ottobre 1951, vollero ricordarla destinando allÂ’Ospedale di Circolo della cittĂ  una lauta somma che permise lÂ’acquisto di sofisticate attrezzature sanitarie.

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24 Lug 2018
Ida Bossi dell’Acqua

Eugenio Bonzanini
(Pescantina, Verona, 1871 – Milano, 1932)

Ida Bossi DellÂ’Acqua
Olio su tela, cm. 62 x 48

Figlia di Remigio, proprietario di una tessitura meccanica di cotone in piazza della Fiera (ora Manzoni) e di Teresa Custodi, discendente da un’antica e distinta famiglia, Ida Bossi nacque a Busto Arsizio il 13 ottobre 1858. A 17 anni, il 4 settembre 1875, sposò, avendo come testimoni Achille Venzaghi (n. 29) e Luigi Tosi, Enrico Dell’Acqua (n. 28), allora proprietario, con il fratello, della ditta “Anna Provasoli e Figlio” e di una tessitura meccanica a Castrezzato presso Brescia, in seguito ceduta al suocero.
Trasferitasi con lui a Milano, in una bella casa, a poca distanza dalla sede della “Società di Esportazione Enrico Dell’Acqua”, Ida seguì in modo riservato la straordinaria parabola commerciale del marito, accudendo da sola, dati i viaggi lunghi e frequenti di Enrico in Europa e in America Latina, alla famiglia presto allietata dalla nascita di un figlio maschio, Francesco, morto ancor bambino, e di tre femmine: Maria, Lucia, sposata poi al conte veronese Gerolamo Corradi, e Anna, destinata ad accasarsi con l’industriale Senatore Borletti.
Rimasta vedova ancor giovane, Ida Bossi Dell’Acqua, senza dimenticare la città natale, come provano le assidue e sostanziose offerte agli enti di assistenza, continuò a stare a Milano, nel palazzo di via San Vincenzino in Foro Bonaparte, dove si spense nel 1925.

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24 Lug 2018
Ida Prandoni Cavaiani

Waifron Torresan
(Villafranca di Verona, Verona, 1903 – Busto Arsizio, Varese, 1982)

Ida Prandoni Cavaiani
Olio su tela, cm. 70 x 50

Nata il 17 agosto 1888 in una famiglia benestante del rione di San Michele, Ida Prandoni sposò Luigi Cavaiani (n. 86), titolare di un’avviata tessitura con sede prima in via Varese e poi in via Osoppo. Da lui ebbe due figli, Dante ed uno morto infante, e tre figlie: Pina e Rosa, gemelle, e Carla.
Ida Prandoni non solo si dedicò a crescere questa numerosa nidiata, ma fu anche attiva nella conduzione della tessitura del marito.
Morì il 10 aprile 1958, improvvisamente, nella sua casa di via Varese.

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24 Lug 2018
Ida Tosi Borri

Angelo CantĂą
(Milano, 1881 – [?])

Ida Tosi Borri
Olio su tela, cm. 90 x 70

Nata nel 1884 da un ramo sanmichelino dei Tosi, Ida sposò Luigi Borri fu Giambattista, andando ad abitare nella villa di via XX Settembre angolo via Marconi, residenza della famiglia del marito diventato nel frattempo consigliere delegato della Manifattura Tosi.
Come tutte le mogli degli indaffarati manager di allora, Ida Tosi si dedicò alla famiglia, crescendo quattro figli (un maschio e tre femmine) ed anche all’attività assistenziale, soprattutto nell’ambito del Santuario del Sacro Cuore.
Morì ancora giovane nel 1942 in un ospedale di Milano dove era stata ricoverata per un attacco cardiaco. In sua memoria la famiglia offrì una lauta elargizione all’Ospedale di Circolo che più tardi, sempre per le munifiche attenzioni della famiglia, intitolò a Luigi Borri il reparto di Radiologia.

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24 Lug 2018
Leopoldo Candiani

Studio Consani, Mascheroni & Sezenna
(attivo a Milano allÂ’inizio del XX secolo)

Leopoldo Candiani
Olio su tela, cm. 78 x 60

Figlio primogenito di Luigi Candiani (1783-1845), fondatore dell’omonimo cotonificio con sede in circonvallazione di San Gregorio a Busto Arsizio e stabilimento di filatura alla Garottola, in val d’Olona, e di Carolina Borsa (1781-1863), già vedova del fratello di Luigi, Carlo Leopoldo, nato nel 1816, ereditò dal padre insieme con i fratelli questa fabbrica che portò a livelli avanzati nell’ambito tecnologico e produttivo, occupandosi soprattutto della filiale di Verona.
Attento alle esigenze della sua città, dove morì nel 1898 nella sua casa di via Roma, assistito dalla moglie Felicita Travelli, resse per un certo periodo le sorti dell’Amministrazione Comunale di Busto Arsizio con l’incarico di Assessore Anziano in seguito alle dimissioni della giunta presieduta da Giuseppe Lualdi. Fu membro della Fabbriceria di San Giovanni, tra i soci fondatori dell’Asilo Sant’Anna e del Teatro Sociale e munifico oblatore degli istituti di assistenza cittadini.
Nella cappella al cimitero (portico A) lo ricorda un rilievo di Alfredo Sassi dove è rappresentato un genio funebre accanto ad un’erma con la sua effigie.

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24 Lug 2018
Leopoldo Solbiati

Attilio Melo
(Padova, 1919)

Leopoldo Solbiati
Olio su tela, cm. 60 x 50

Nato nel 1876 da Michele che nel 1878 aveva aperto in via Principessa Elena (ora Matteotti) una bottega dove si lavoravano e commerciavano fustagni e cotonate per pantaloni, continuò con i fratelli l’attivitĂ  paterna, ampliandola ulteriormente e trasferendola in un grande stabilimento di viale Umberto I (ora Duca d’Aosta). Nel 1915 acquistò anche la tessitura di Sant’Antonino dalle Manifatture Cotoniere Italiane.
Come molti altri industriali bustesi, Leopoldo Solbiati un occhio lo riservò alla sua azienda impegnata a produrre tessuti per l’esportazione in America, un altro lo prestò agli enti della cittĂ : da quelli culturali e sportivi a quelli assistenziali, diventando anche presidente dell’Istituto “La Provvidenza”. Fu pure socio accomandante, nel 1922, della Banca Alto Milanese, fondata in quellÂ’anno.
Morì nella città natale nel 1950.

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24 Lug 2018
Livio Colombo

Waifron Torresan
(Villafranca di Verona, Verona, 1903 – Busto Arsizio, Varese, 1982)

Livio Colombo
Olio su tela, cm. 56 x 48

Nato ad Oggiona Santo Stefano il 13 dicembre 1921, Livio Colombo, poco dopo essersi diplomato perito edile, fu arruolato nel Corpo degli Alpini, guadagnandosi durante la II guerra mondiale una Croce al Merito.
Al ritorno, seguì le orme del padre, Alfredo, costruttore edile, realizzando edifici di notevole impegno come la Caserma dei Vigili del Fuoco di Busto Arsizio-Gallarate, gli stabilimenti della Coca Cola e della Tiba, il nuovo Palazzo di Giustizia di Busto Arsizio, città dove ristrutturò anche, su progetto dell’architetto Enrico Castiglioni, il presbiterio del Santuario del Sacro Cuore. A Varese l’Impresa Colombo costruì il palazzo dell’Associazione Provinciale Artigiani; a Lonigo lo stabilimento Mamabu (Manifatture Maglierie Bustesi).
Livio Colombo fu a lungo componente nel Direttivo e nella Consulta dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) e presidente del Collegio degli Industriali Edili della Provincia di Varese. In ambito cittadino ricoprì la carica di vicepresidente dell’Antoniana Calcio.
Morì improvvisamente il 19 agosto 1975 presso l’ospedale cittadino.
In sua memoria fu istituita una borsa di studio a favore della Scuola Professionale della Provincia di Varese per gli alunni capi muratori.

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24 Lug 2018
Luigi Cavaiani

Pittore anonimo
(attivo nel XX secolo)

Luigi Cavaiani
Olio su tavola, cm. 70 x 50

Nato a Turbigo nel 1884, Luigi Cavaiani si stabilì presto a Busto Arsizio con la famiglia e nel 1910 aprì, avendo come socio Ambrogio Ratti, una tessitura in via Quintino Sella, trasferendola nel 1924 in via Varese, in un moderno stabilimento e, in seguito, in via Osoppo.
Il Cavaiani seppe prestare gran cura ai macchinari, scegliendoli sempre fra i più sofisticati e all’avanguardia in modo da caratterizzare per l’alta qualità i prodotti della ditta: “tendaggi, tele antiche e tendine fantasia”, molto apprezzate nell’arredamento moderno. La tessitura passò in seguito al figlio Dante (Busto Arsizio 1914-1983) che la diresse fino alla chiusura avvenuta nel 1970.
Amante della musica, Luigi Cavaiani fu presidente onorario della SocietĂ  Mandolinisti Bustesi, agevolando le sue gloriose partecipazioni ai concorsi ed alle manifestazioni internazionali.
Morì nel 1964 a Busto Arsizio.

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24 Lug 2018
Luigi Colombo

Guglielmo Ferri
(Udine, attivo nei primi decenni del XX secolo)

Luigi Colombo
Olio su tela, cm. 78 x 64

Nato il 19 luglio 1842 da Lodovico e da Maria Gallazzi, Luigi Colombo, soprannominato Vighèn, fondò ancora nell’Ottocento un’accreditata “manifattura nazionale” dove venivan prodotti “cotoni, greggi, tovaglieria specialmente, piquets, tele madapolams, tessuti di cotone in genere a colori, zephirs, oxfords, jacquards, liscie e operate”, manifattura che trovò elegante e moderna sede in uno stabilimento di via Alberto da Giussano all’angolo con via Manara, stabilimento progettato, insieme con le case annesse, in stile liberty nel 1906 da Silvio Gambini.
Coniugatosi con Maria Grassi, Luigi Colombo ebbe da lei cinque figli – Enrico, Battista, Attilio, Alfredo, Antonio – che continuarono “con vera mentalitĂ  di industriali moderni e intraprendenti lÂ’impresa avviata dal padre”.
Luigi Colombo si spense nella cittĂ  natale il 6 dicembre 1910.

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