Meningoencefalite da zecca

Ultima modifica: 26 Giugno 2025

Estate “fa rima” con svago, sole, passeggiate all’aria aperta e…… zecche.

Questi piccolissimi artropodi, grandi tra i 2 e gli 8 millimetri, sono parassiti della classe degli Aracnidi, la stessa di ragni, acari e scorpioni, che proliferano in boschi, prati e aree verdi in generale. Il corpo tondeggiante e il capo non distinguibile dal corpo, munito di un apparato boccale (rostro) in grado di penetrare la cute e succhiare il sangue degli ospiti sui quali si depositano, compreso l’uomo, di cui si rendono responsabili di svariate malattie.

La meningoencefalite da zecche o TBE, acronimo di Tick Borne Encephalitis (meningoencefalite primaverile-estiva), è una malattia virale acuta del sistema nervoso centrale, causata da un arborvirus appartenente al genere Flavivirus,molto simile ai virus responsabili della febbre gialla e della dengue.

L’encefalite da morso di zecca è stata identificata per la prima volta in Italia nel 1994 in provincia di Belluno. Dal punto di vista epidemiologico, oggi la TBE è presente in focolai endemici in molti Paesi dell’Europa centro orientale e settentrionale, Italia compresa. In particolare, nel nostro Paese, dal 1994 al 1999 sono stati identificati 35 casi di malattia in provincia di Belluno.

Dal 1° gennaio al 31 maggio 2025, al sistema di sorveglianza nazionale – coordinato dall’ISS – risultano 5 casi di TBE, tutti autoctoni, nessun decesso; l’esiguità del numero dei casi osservati (≤5) non permette di dare maggiori informazioni sui singoli casi al fine di garantire la privacy dei pazienti. (Fonte Istituto Superiore di Sanità Epicentro ultimo aggiornamento 05/06/2025).

Dopo il morso di zecca infetta nell’uomo, nel 70% dei casi circa si manifesta un’infezione senza o con sintomi poco rilevanti, che può passare inosservata. Nel restante 30% dei casi, dopo 3-28 giorni dal morso di zecca si ha una prima fase con sintomi similinfluenzali come febbre alta, mal di testa importante, mal di gola, stanchezza, dolori ai muscoli e alle articolazioni per 2-4 giorni. Poi la temperatura scende e in genere non ci sono ulteriori conseguenze. Nel 10-20 per cento di questi casi, dopo un intervallo senza disturbi di 8-20 giorni, inizia una seconda fase caratterizzata da disturbi del sistema nervoso centrale: encefalite, paralisi flaccida a esito mortale nell’1% dei casi.
Nei bambini e nei soggetti più giovani la TBE mostra generalmente un decorso più mite, con progressivo aumento della severità al progredire dell’età.

IL VACCINO

In Italia è in commercio il vaccino contro la TBE: è un vaccino inattivato, a tre dosi, somministrate come segue: 1^ dose a tempo 0, 2^ dose tre mesi dalla prima, 3^ dose a 5-12 mesi dopo la seconda vaccinazione. Esiste in una formulazione pediatrica da 1 anno a 15 anni di età e in una formulazione adulti dai 16 anni di età in poi.

La vaccinazione può essere somministrata a partire dall’anno di età.

IMMUNITA’

Dopo la somministrazione delle prime due dosi è prevista una sufficiente protezione per la stagione delle zecche in corso.

Pertanto al fine di ottenere la protezione immunitaria prima dell’inizio dell’attività stagionale delle zecche, che avviene in primavera, la prima e la seconda dose devono essere somministrate preferibilmente nei mesi invernali. Il programma di vaccinazione deve idealmente concludersi con la terza vaccinazione all’interno della stessa stagione delle zecche, o almeno prima dell’inizio della successiva stagione delle zecche.

RICHIAMI

Dosi di richiamo sono previste con questa tempistica:

  • la prima dose di richiamo deve essere somministrata 3 anni dopo la terza dose;
  • successive dosi di richiamo devono essere somministrate ogni 5 anni dopo l’ultima dose di richiamo.

Nei soggetti di età > 60 anni il richiamo è ogni 3 anni.

OFFERTA IN REGIONE LOMBARDIA

Come indicato nel Piano Regionale di Prevenzione Vaccinale 2024 – 2025 (DGR XII/3030 del 16/09/2024) la vaccinazione anti-encefalite da zecche è offerta gratuitamente ai minori fino a 18 anni che frequentano aree boschive in zone a rischio epidemiologico; Regione Lombardia aderendo alle Regole di Sistema 2025, in caso di richiesta attiva di vaccinazione da parte dei genitori garantisce l’offerta gratuita della vaccinazione ai minori fino a 18 anni pur in assenza di prossimi viaggi in zone considerate a rischio per TBE, ma in presenza comunque di frequentazione di aree boschive in Italia.

Per i soggetti di età > 18 anni è a pagamento.

La vaccinazione può essere prenotata inviando una mail a vaccinazioni.viaggi@asst-valleolona.it.

NORME COMPORTAMENTALI

Alcune raccomandazioni precauzionali contro l’attacco del parassita:

  • indossare abiti chiari (perché rendono più facile l’individuazione delle zecche), coprire le estremità, soprattutto inferiori, con calze chiare (meglio stivali), utilizzare pantaloni lunghi e preferibilmente un cappello
  • evitare di strusciare l’erba lungo il margine dei sentieri, non addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta
  • al termine dell’escursione, effettuare un attento esame visivo e tattile della propria pelle, dei propri indumenti e rimuovere le zecche eventualmente presenti. Le zecche tendono a localizzarsi preferibilmente sulla testa, sul collo, dietro le ginocchia, sui fianchi
  • trattare sempre gli animali domestici (cani – gatti) con appositi prodotti contro le zecche, soprattutto a ridosso di una escursione
  • controllare, scuotere ed eventualmente spazzolare gli indumenti prima di portarli all’interno delle abitazioni per poi lavarli.

Repellenti

In commercio esistono repellenti per insetti e anche per scoraggiare l’attacco delle zecche; devono essere a base di di DEET o N-dietiltoluamide e Icaridina o KBR3023.

RIMOZIONE DELLA ZECCA  

Le zecche vanno prontamente rimosse, la probabilità di contrarre un’infezione è direttamente proporzionale alla durata della permanenza del parassita sull’ospite. Infatti, solo dopo un certo periodo (alcune ore) in cui è saldamente ancorata per alimentarsi, la zecca rigurgita parte del pasto e potrebbe inoculare nel sangue dell’ospite eventuali patogeni.

Cosa non fare:

  • non utilizzare mai, per rimuovere la zecca: alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, né oggetti arroventati, fiammiferi o sigarette, per evitare che la sofferenza indotta possa provocare il rigurgito di materiale infetto e un ulteriore affondamento del parassita nella pelle dell’ospite.

Cosa fare:

  • la zecca deve essere afferrata con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla superficie della pelle, e rimossa tirando dolcemente cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione. Attualmente si possono trovare in commercio degli specifici estrattori che permettono di rimuovere la zecca con un movimento rotatorio
  • durante la rimozione bisogna prestare la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito che aumenterebbe la possibilità di trasmissione di agenti patogeni
  • dopo la rimozione della zecca, disinfettare la zona, evitando l’utilizzo di disinfettanti che colorano la cute, come la tintura di iodio
  • evitare di toccare a mani nude la zecca nel tentativo di rimuoverla, le mani devono essere protette (con guanti) e poi lavate
  • spesso il rostro rimane all’interno della cute: in questo caso deve essere estratto con un ago sterile o con pinzette a punte sottili adeguatamente sterilizzate
  • è consigliabile conservare la zecca in una boccetta con alcol al 70% per una successiva identificazione morfologica ed eventuale isolamento di patogeni, in caso di comparsa di sintomi, per poter ricevere cure mirate e medicine specifiche. In caso di malattia, informare quanto prima il medico della data e della località in cui si è venuti a contatto con la zecca
  • dopo la rimozione effettuare la profilassi antitetanica
  • rivolgersi al proprio medico curante nel caso si noti un alone rossastro che tende ad allargarsi oppure febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi.

 In ogni caso è possibile rivolgersi al MMG e PLS.