Progetto H-Open Week Malattie Cardiovascolari: giornate di prevenzione

Ultima modifica: 13 Ottobre 2024

La fondazione ONDA “Osservatorio Nazionale sulla salute della donna” annualmente propone iniziative destinate alla prevenzione/salute delle donne.

Anche quest’anno” ci dice la dr.ssa Annamaria Socrate, Direttore della Chirurgia Vascolare, “la nostra Unità Operativa è stata contattata per chiederci l’adesione al progetto H-Open Week Malattie Cardiovascolari che si è svolto dal 26 settembre al 2 ottobre 2024. In accordo con le mie colleghe chirurghe donne, abbiamo aderito, con l’intento di fare prevenzione sulla popolazione femminile, con particolare attenzione alla patologia arteriosa ed in dettaglio alla ricerca dell’aneurisma dell’aorta addominale. Quindi, parliamo un po’ di aneurisma dell’aorta addominale.”

“L’aneurisma è una dilatazione irreversibile di un’arteria. La storia naturale degli aneurismi è principalmente caratterizzata dalla loro progressiva espansione fino alla rottura. Questo può generare una imponente emorragia che può portare anche a morte. L’elemento che condiziona maggiormente la possibilità di rottura è la sua grandezza e la sua tendenza espansiva nel tempo. Per la diagnosi”, prosegue la dr.ssa Socrate “basta una semplice ecografia o un eco-color-doppler. Sono esami indolori, non invasivi e rapidi. In casi sospetti, o quando necessario, la diagnosi viene completata con una TAC di approfondimento, ma su indicazione dello specialista”.

L’incidenza dell’aneurisma dell’aorta addominale è minore nella donna, fino a 4 volte rispetto agli uomini; colpisce, secondo le statistiche attuali, il 4% degli uomini e l’1% delle donne dopo i 60-65 anni di età.

L’epidemiologia dell’aorta addominale è profondamente cambiata negli ultimi 20 anni: l’incidenza dell’AAA si è significativamente ridotta verosimilmente a causa del miglior controllo dei classici fattori di rischio cardiovascolari quali la riduzione dell’abitudine tabagica ed il miglior controllo dell’ipertensione arteriosa.

La terapia dell’aneurisma è di tipo chirurgico.

Due le tecniche possibili: quella classica detta open, invasiva, che prevede l’apertura dell’addome e quella endovascolare mini-invasiva (endoprotesi). In questi ultimi casi, l’aneurisma viene corretto con protesi posizionate all’interno dell’aorta come una camicia interna protettiva. Bisogna tener conto che per aneurisma dell’aorta addominale si intende un’arteria con un diametro superiore a 3 cm, indipendentemente dal fatto che i Pazienti siano donne o uomini.

Noi sappiamo che, in linea generale, le donne hanno dei dati biometrici, cioè altezza e peso, inferiori a quelli dell’uomo, per cui la minore incidenza di questa malattia nelle donne potrebbe essere non esattamente vera. Queste valutazioni stanno portando a ridefinire le linee guida della Società Italiana ed Europea sulla malattia dell’aorta addominale, rivedendone sia definizione sia la sua incidenza nel popolo femminile.

In ogni caso, diversi studi hanno evidenziato che nelle donne vi è una maggior difficoltà ad intervenire per gli aneurismi, soprattutto con procedure mini-invasive (endoprotesi), proprio per le dimensioni più piccole delle arterie femorali, che sono le vie attraverso cui si introducono queste protesi.

Tutte queste evidenze scientifiche ci hanno spronato ad aderire all’iniziativa della fondazione ONDA, facendoci ritagliare, nella nostra attività quotidiana di sala operatoria, attività ambulatoriale, reperibilità, etc, dei momenti nei quali fare prevenzione. Il Progetto si è svolto in 2 mattinate, presso il nostro ambulatorio di diagnostica, durante le quali abbiamo valutato le donne che hanno prenotato la visita: 39 in totale, all’interno di un gruppo definito di persone (fascia d’età compresa fra 55 e 75 anni). Tutte sono state sottoposte ad anamnesi vascolare accurata, visita ed eco doppler dell’aorta addominale. Ad ognuna è stata rilasciato un referto da presentare al proprio Medico di Medicina Generale. L’iniziativa è stata accolta con molto entusiasmo, anzi, forse, se ci fosse stata la possibilità di fare di più, sarebbe stato ben accetto. Le donne che sono state screenate, sono state tutte molto soddisfatte del nostro lavoro. Questo ci indica che iniziative come questa sono utili” conclude la dottoressa “ quindi potranno essere riprogrammate.