
E’ boom di casi, soprattutto nei bambini. La febbre come prima, forte risposta per contrastare l’infezione.
Dr.ssa Simonetta Cherubini*
Come ogni anno ci troviamo di fronte a un’epidemia influenzale, con un picco tra gennaio e febbraio e non è certo che l’apice sia stato raggiunto. Stiamo assistendo all’andamento stagionale caratteristico dell’influenza, che si era modificato durante la Pandemia del Covid e subito dopo.
L’influenza è una malattia infettiva di natura virale, la trasmissione è soprattutto per via aerea attraverso le goccioline di saliva e secrezioni emesse con la tosse e gli starnuti.
E’ l’infezione più frequente in età infantile, colpisce ogni anno fra il 20 e il 30% dei bambini della prima infanzia, più suscettibili al contagio: i tassi di incidenza più elevati si registrano sotto i 5 anni, facilitante la condivisione di spazi comuni agli asili nido e alle scuole materne.
I sintomi dell’influenza sono caratterizzati da febbre (anche elevata, fino a 40°C ), brividi, dolori muscolari e articolari, debolezza marcata; possono concomitare sintomi quali mal di gola, mal di testa, tosse, non infrequenti nausea o vomito.
La febbre è protratta, 4-5 giorni, talvolta di più e conseguentemente il bambino può essere fortemente abbattuto.
Il sintomo che “spaventa” il genitore è dapprima la febbre elevata e persistente, poco responsiva alla terapia antipiretica: la febbre è la prima forte risposta infiammatoria per contrastare l’infezione e la terapia antipiretica rimane la terapia principale, con raccomandazione di non appesantire il vestiario del bambino.
La febbre alta non è indice di gravità e, dunque, il genitore deve ricordare di osservare le condizioni generali del figlio: quando altamente febbrile, il bambino potrà essere molto abbattuto, ma riprenderà benessere quando la febbre scenderà in seguito all’azione dell’antipiretico.
Il genitore deve essere avvertito che la febbre risalirà dopo qualche ora, è normale e accadrà finché l’infezione non è estinta.
E’ importante che il bambino beva abbondantemente, per evitare la disidratazione, e il genitore non deve preoccuparsi se il figlio per qualche giorno sarà inappetente, è perfettamente normale. Quando inizierà a stare meglio, con la ripresa di benessere, riprenderà ad alimentarsi gradatamente.
E’ necessario contattare il Pediatra di fiducia e seguire le sue indicazioni, segnalando eventuali modificazioni del quadro clinico ed è raccomandato di evitare il “fai da te” e l’uso inopportuno di antibiotici, inefficaci nel combattere le infezioni di natura virale; prima di somministrare qualsiasi farmaco, consultare sempre il pediatra.
E’ importante una convalescenza di qualche giorno per consentire al bambino di riprendere il consueto benessere, evitando il ritorno anticipato in comunità, per due motivi: per limitare la diffusione dell’infezione – a tutela degli altri bambini – e per evitare che il bambino, già debilitato dall’influenza, contragga altre infezioni.
*Direttore Dipartimento Materno Infantile ASST Valle Olona