#testimonianzepreziose: il racconto di Agnese De Bortoli, coordinatrice Covid 7 di Saronno

Ultima modifica: 25 Marzo 2022

La RedazioneWeb intervista Agnese De Bortoli, coordinatrice dell’ Unità COVID7 di Saronno: mai come in queste circostanze è l’unione tra le persone che dà la forza di combattere il virus ogni giorno.


Allora Agnese, per chi non ti conosce, vuoi dire brevemente cosa facevi prima di diventare Coordinatrice dell’ Unità COVID 7 di Saronno?
Lavoro a Saronno dal 22 agosto 1989; sono stata Coordinatrice (quelle che una volta si chiamavano CapoSala) nei reparti di Medicina, SITRA e Oncologia, e quando è scoppiata l’ epidemia ero la Coordinatrice del reparto di Pediatria e Neonatologia. Devo dire che fin dai primi giorni ho percepito la gravità della situazione anche se, fortunatamente, il virus non colpisce particolarmente l’ età pediatrica. Comunque abbiamo messo subito in atto i protocolli necessari per formare il personale sull’ emergenza in corso e tutelare al meglio i nostri piccoli ospiti.
Da Pediatria e Neonatologia ad una Unità COVID … Non è certo stato un passo semplice. Come sono andate le cose?
In realtà tutto è accaduto velocemente, come è giusto che sia in queste circostanze. A fronte dell’ acuirsi dell’ epidemia, nell’ ambito della riorganizzazione delle attività che ha coinvolto l’ Azienda, il 20 marzo la Direzione ha deciso di accorpare temporaneamente il nostro Punto Nascita con quelli di Busto Arsizio e Gallarate, e le infermiere delle mie equipe ed io siamo state dedicate alla gestione di un reparto COVID di pazienti adulti.
E quali sono stati i vostri sentimenti?
Da subito due sono stati le principali questioni da affrontare insieme: l’elaborazione della chiusura dei nostri reparti e la paura di trovarsi a gestire un nemico  sconosciuto che stava colpendo tutta la Regione ed invadendo anche noi… Comunque, insieme, abbiamo allestito, preparato e aperto alcuni reparti COVID del nostro ospedale.
Se vi devo descrivere dei particolari che mi hanno colpito e che non scorderò mai, sono gli occhi angosciati delle infermiere… unica cosa visibile sotto l’armatura dei dispositivi di protezione: occhi pieni di paura e incognite che mi sentivo addosso, che chiedevano aiuto, supporto e vicinanza, ma, nonostante tutto, pronti ad affrontare questa sfida insieme…
Prova a sintetizzare in tre parole gli elementi più significativi di questa tua esperienza.
Uno: La condivisione…  Perché nulla di veramente importante può essere costruito da una persona sola! In un reparto creato dal nulla, dove nessuno è a “casa” e in pochi ci si conosce, il ritrovarsi con persone provenienti dalle più disparate esperienze e specialità cliniche, ma con l’unico obiettivo comune di affrontare l’emergenza, ci ha coinvolto e uniti da subito.
Due. La fatica… Faticoso fisicamente e psicologicamente. Per esempio, dato che ogni gesto potrebbe essere potenzialmente pericoloso, la netta distinzione tra pulito e sporco da rispettare e da far rispettare a tutti diventa un impegno sul campo di grande responsabilità. Devo dire comunque che grazie alla condivisione di cui parlavo prima, anche lavorare con colleghi medici,  infermieri e  OSS, in un primo tempo irriconoscibili dentro alle tute, alla fine è diventato piacevole. Uniti in questa esperienza, dopo qualche giorno ci siamo affiatati. I nostri occhi ora non sono più angosciati, ma sorridenti e le tute son diventate personalizzate e dipinte.
Tre. I nostri Pazienti… ci hanno coinvolto con le loro paure e disorientamenti, ma ci hanno anche sempre dimostrato estrema riconoscenza e gratitudine, e questa rimane sempre la migliore gratificazione del nostro lavoro.
C’è qualcos’altro che vuoi aggiungere  al termine di questo incontro?
Lasciatemi sottolineare il valore della confortante, oltre che piacevole , presenza che il “nostro” dottor Mirri, (Responsabile  della Struttura Complessa di Pediatria e Neonatologia di Saronno, n.d.r.), ha continuato ad assicurare quotidianamente , rimanendo in Ospedale ad affrontare con noi l’emergenza insieme alla dottoressa Sciascera (Responsabile della Struttura Complessa di Medicina), rendendoci partecipi dell’organizzazione, facendoci sentire parte di un’ampia squadra (ampia quanto un intero Ospedale!) e non facendoci mai sentire soli. E questo è determinante, soprattutto in alcune giornate!
E’ il momento degli auguri e dei saluti …
La nostra speranza è sicuramente quella di tornare ognuno alla propria “normalità”, portando con noi una indelebile esperienza che ci ha tanto spaventato, ma anche tanto arricchito personalmente e professionalmente.


Dal COVID 7 Ospedale di Saronno, un caro saluto a tutti, Agnese


con Alessio, Amelia, Angela, Anna, Chiara, Debora, Elisa, Eugenio, Giampiera, Ilenia, Laura, Lucia, Luisella, Maria Antonietta, Maria Pasqua, Maria Rosa, Michela, Michela L. , Milena, Ombretta, Romana, Rosa, Rosaria, Sabrina, Sarah, Simona, Sonia, Silvana e Teresa.