Ultima modifica: 01 Dicembre 2022
Da oggi 1 dicembre 2022, la nostra collega Rita Maimone è in pensione.
Desideriamo proporvi le parole che hanno scritto per lei i colleghi dell’Unità di Cure Palliative e che le hanno letto in cucina durante un momento di festa per salutarla.
“Carissima Rita,
ognuno di noi oggi porta nel cuore tantissime parole per te e riuscire a scriverle tutte è davvero impossibile. Ci piacerebbe però accompagnare questo giorno così importante con un pensiero ‘’fiorito’’.
E ci piace regalartelo proprio qui in questa cucina che, in questi anni, è stata per tutti e per ciascuno una vera ‘’mangiatoia’’, non solo perché insieme abbiamo pranzato e cenato ma perché, proprio qui, abbiamo deposto tutti almeno una volta le nostre giornate un po’ ferite e abbiamo ospitato quelle degli altri, avvolgendole in fasce e affidandole ad un tavolo apparecchiato, il più semplice gesto di cura, come ci insegnano i nostri malati.
Oggi qui vorremmo farti tantissime promesse e rassicurarti che ‘’andrà tutto bene’’ ma abbiamo ormai imparato, in questi anni di grande incertezza, che la dimensione della vita è l’accadere imprevedibile, giorno dopo giorno; quindi, l’unica promessa possibile sarà quella di continuare, giorno dopo giorno, a fare sempre il nostro piccolo ‘’bene’’ e la nostra piccola parte.
Lo faremo nel rispetto dei ruoli, parola a te tanto cara, che, lo ammettiamo, alcune volte abbiamo fatto fatica ad indossare, a sentircela cucita addosso proprio per noi, come quel famoso mantello, che è cura particolare, come quelle divise dell’UCP-DOM, fatte su misura, che ognuno ha il suo pallio, a volte occorre ricordarcelo.
Ce lo hai insegnato con pazienza in questi anni, anche quando ci è sembrato tutto troppo difficile, ci hai sempre restituito la forza di ciò che è doveroso per l’altro, di fronte al dolore, hai sempre custodito per noi una possibilità di cura che non nasce dai nostri astratti ’’doveri’’ ma dalla semplicità di una domanda ‘’ Dov’ eri? ‘’.
Eccolo il ruolo, che non è (solo) il colore della divisa o quella scritta sul camice ma è domanda di posizione.
Dov’ eri tu in quella stanza, dove eri tu in quella casa, come ti posizioni davanti a quella richiesta, davanti a quella malattia, a quella vita, a quella morte?
E così, imparando a stare, senza fare, a sentire, senza capire, misurando continuamente la giusta vicinanza, esercitandoci a tenere l’equilibrio su fragilissimi appoggi, abbiamo tutti insieme attraversato soglie, reso abitabili spazi, accompagnato a casa storie.
E giorno dopo giorno riportiamo a casa un po’ anche noi.
Per tutto questo (e molto altro) carissima Rita, oggi ti lasciamo tornare a casa con il sorriso, immaginandoti già custode a tempo pieno di nuove vite da domani, magari più piccine ma altrettanto bisognose di cura.
E non è perché non ci mancherai.
Con il sorriso oggi ti salutiamo perché ci hai allenato proprio tu a farlo così, rendendoci con pazienza dei grandissimi ‘’atleti degli arrivederci’’ e di questo non ti ringrazieremo mai abbastanza.
E soprattutto perché come dice Cesare Cremonini in una bellissima canzone ‘’… per quanta strada ancora c’è da fare, amerai il finale’’.
Il Personale dell’Unità di Cure Palliative dell’ASST Valle Olona”