In ricordo del dott. Eugenio Brianza

Ultima modifica: 22 Marzo 2022

Con queste parole la dott.ssa Fiorentini, Responsabile della SSD Ser.T., ricorda il collega dott. Eugenio Brianza, che ci ha lasciato l’ 8 aprile scorso a causa del Coronavirus.
“Il dottor Brianza, un uomo, un medico fuori dal comune. Alto due metri, spesso i pazienti lo chiamavano “Dottor Montagna”. Ed era solido come una montagna, nella sua operatività, ma soprattutto nella relazione con i pazienti e con i colleghi. Aperto al confronto costruttivo, era capace di accogliere l’altro senza mai farlo sentire in balìa di qualsivoglia giudizio. Il suo era un vero talento, di quelli che si hanno dalla nascita; accogliere ogni essere umano e ascoltarlo, accettarlo nella propria condizione; talento affinato nel tempo grazie alla capacità di ascolto e confronto con pazienti e colleghi.
Lavorava al SerT da 30 anni ed era un vero specialista. Conosceva il suo lavoro perché era attento nello stilare diagnosi e  trattamenti, ma soprattutto perché ogni paziente era un mondo da scoprire attraverso la sua storia e i suoi sintomi. Così, spesso, alla terapia farmacologica affiancava quella dell’ascolto. I suoi pazienti si sentivano al sicuro con lui, che aveva sempre una parola di incoraggiamento e che  spronava a trovare il lato positivo anche dai vissuti più difficili. Convinto sostenitore della possibilità di cura e di reinserimento dei pazienti affetti da dipendenza patologica, scandagliava con costanza soluzioni terapeutiche senza mai arrendersi. Ne abbiamo riscontro in questi giorni. Ci troviamo a cercare il coraggio di andare avanti insieme ai suoi pazienti che, disperati per la sua perdita, ci chiedono un aiuto per poter superare un dolore che è grande quanto il nostro di colleghi.
Il dott. Brianza ha lasciato la sua traccia nel mondo come medico e come uomo. Per tutti noi è stato un privilegio incontrarlo sul nostro cammino professionale e umano. Siamo certi che continuerà a camminare al nostro fianco se terremo con noi ciò che ci ha lasciato, la capacità di accettare autenticamente anche le situazioni più difficili e dolorose e di cercarne le soluzioni terapeutiche possibili. Grazie, dott. Brianza”.
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