Ultima modifica: 13 Marzo 2023
Puntuale come ogni anno la “tombolata dialitica” ha avuto luogo il 24 dicembre all’Ospedale di Saronno; la tombolata fatta dai dializzati per i dializzati e non solo, è arrivata ormai alla sua quarta edizione, più che rodata, neanche il covid è riuscito a fermarla.
Ormai è divenuto un vero e proprio appuntamento fisso e le passate edizioni hanno permesso di creare una grande sinergia tra i pazienti, il personale medico quali infermieri, dottori ed infine gli ex pazienti.
Abbiamo raccolto di seguito le loro testimonianze.
ALESSANDRO I. (paziente dializzato) La vita in dialisi non è sicuramente una passeggiata, lasciate che ve lo dica qualcuno che si sta avviando verso il suo undicesimo anno in questo mondo, un mondo fatto di sete, rinunce e fatica, dove la parola d’ordine è “organizzazione“, anche per le cose più semplici e banali, come mangiare fuori e organizzare una vacanza, ma come tutte le cose, se vissuta nel modo corretto, può diventare una routine sopportabile.
A renderla tale c’è sicuramente l’ambiente e parte fondamentale sono le infermiere (e l’infermiere, solo uno, ma fondamentale), la caposala e le oss, che a Saronno offrono molto di più che la loro professionalità, sanno dare calore e comprensione, facendoti sentire molto meno il peso della situazione. Poi c’è il legame tra noi dializzati, legame che col tempo ti fa sentire una vera e propria famiglia.
Proprio da questo legame, 4 anni fa, nasce da Davide l’idea di organizzare una tombolata in reparto, la settimana di Natale, tombolata che è diventata ormai una tradizione che neanche il covid ha interrotto. Nonostante si faccia per una sola mattina all’anno, quel giorno, la normalità e le risate entrano in reparto prendendo il posto delle preoccupazioni ed è una vera e propria ventata di ottimismo che ci portiamo dentro per i mesi a venire. Per qualche ora ci permette di mettere da parte la fatica e le difficoltà, assaporando un po’ di spirito del Natale, anche in ospedale.
DONATELLA P. (caposala, responsabile dialisi Saronno) Lavoro da tre anni come Coordinatore del servizio di Dialisi, ma non è stata la mia prima volta in questo mondo, la mia precedente esperienza è stata come figlia di dializzata.
Se non si vive questo “mondo” difficilmente si capiscono le difficoltà e le rinunce che le persone dializzate subiscono loro malgrado. Le rinunce sono quotidiane e protratte nel tempo, la vita e le abitudini vengono stravolte e tutto si rimodula in funzione delle sedute dialitiche, entrare in questo mondo significa farsi sopraffare dallo sconforto dal senso di impotenza e di non padronanza della propria vita e del proprio tempo. Ci vuole tanto tempo per raggiungere il proprio equilibrio e quello dei familiari.
Anni fa, circa quattro, un ex dializzato ha proposto di festeggiare il natale in modo diverso e dal quel momento è nata la “Tombolata in Dialisi”, l’idea è da subito piaciuta e condivisa da tutto il personale. Davide, che è l’artefice dell’idea, si è adoperato e continua a farlo per rendere questo momento un’occasione di gioia che alleggerisca il peso di una giornata dialitica. In questo momento di condivisione la cosa che maggiormente si evidenzia è la spersonalizzazione dei ruoli, pazienti- sanitari, diventiamo tutti delle persone che hanno voglia di condividere un momento di gioia e di felicità e festeggiare il Natale “in una famiglia diversa”.
In questa occasione si crea una sana competizione tra chi è più fortunato e riesce a fare tombola e chi rimane senza bottino…..vedere i sorrisi sui loro volti ci appaga dell’impegno e della fatica del quotidiano. Momenti come questi non sono scontati in una realtà ospedaliera, dover conciliare il momento sanitario al momento ludico senza perdere di vista la priorità assistenziale impegna il personale su più fronti, ma nessuno di noi vuole rinunciare a questo momento umanamente arricchente e di condivisione di un attimo di vita irripetibile. Noi operatori ogni volta proviamo un senso di serenità che ci appaga e ci riempie, le soddisfazioni arrivano anche in questi momenti, vivere le persone e non la malattia dà a tutti una carica di fiducia e scalda i cuori.
DAVIDE G. (ex paziente, nefrotrapiantato) “A volte ritornano”, sì ma questa volta non è un serie di King e non sono trasposizioni cinematografiche; anche gli ex pazienti tornano in quel posto che per anni è stato un compagno di amore e odio.
Molti mi chiedono come io faccia a tornare in quei posti nei quali ho sofferto, dove ho perso tempo prezioso della mia vita, in quei posti che mi creavano una certa insofferenza, ebbene quei posti sono gli stessi che mi hanno protetto, curato e a volte anche cullato in attesa di una nuova vita.
Ho trovato degli amici, una famiglia, certo non di sangue, ma una famiglia che parlava la mia stessa lingua, che capiva il mio disagio, che condivideva i miei stati d’animo e che si curava di me, una famiglia composta da altri pazienti, infermieri, Oss e medici.
Quando devo rispondere a quella domanda dico sempre che le amicizie le si vanno a trovare e che i posti fisici brutti (ancora oggi) sono parte del mio trascorso, mi sembra quindi normale andarci, certo rientra nella mia normalità, festeggiare il Natale con questi momenti, tipo la Tombolata, che si sono rivelati da sempre momenti di aggregazione di leggerezza e di spensieratezza.
Perché in fondo a pensarci bene la cosa più difficile e la cosa più giusta da fare molto spesso sono la stessa identica cosa, se poi aggiungiamo, nel caso specifico i ricchi premi, le risate e le 4 ore dove la dialisi passa in secondo piano, beh direi che tutto prende un altro sapore, un altro gusto, non c’è bisogno di porsi altre domande.
Ed ecco così che grazie alla caposala Donatella ho partecipato alla mia prima tombolata dialitica come ex paziente di Saronno, il mio GRAZIE va principalmente a lei, agli infermieri alle OSS, ma sicuramente va anche ai miei ex compagni di dialisi.