L’iperplasia prostatica benigna

Ultima modifica: 28 Aprile 2022

Intervista al dott. Carlo Buizza, Responsabile delle Struttura Complessa di Urologia – Presidio di Busto Arsizio, Gallarate e Saronno.


Redazione Web: Che cos’è l’iperplasia prostatica benigna?
Carlo Buizza: è l’ingrossamento volumetrico della ghiandola prostatica che avviene con il passare degli anni e può portare per compressione dell’uretra prostatica e del collo vescicale all’ostruzione dello svuotamento della vescica.
RW: Quali sono le cause più comuni? E’ possibile prevenirla?
Carlo Buizza: è il risultato degli squilibri ormonali di androgeni ed estrogeni che avvengono dopo i 50 anni e che rappresentano i fattori stimolanti e inibenti la crescita prostatica. Non è possibile prevenirla perché “scritta” nel nostro codice genetico individuale.
RW: Quali sono i sintomi dell’iperplasia prostatica benigna?
Carlo Buizza: i sintomi più frequenti sono l’aumentata frequenza urinaria diurna e notturna, l’urgenza minzionale, il rallentamento della forza del getto urinario sino alla ritenzione acuta o cronica di urina.
RW: Come viene fatta la diagnosi e quali sono i rimedi?
Carlo Buizza: la diagnosi viene fatta con una attenta anamnesi (cioè l’interrogatorio del paziente), l’esplorazione rettale, l’ecografia dell’apparato urinario completo, la flussometria, l’ecografia trans rettale.
La terapia può essere medica con farmaci alfa-litici e inibitori della 5-alfa-reduttasi o endoscopica mininvasiva (presso il nostro centro da anni non viene più praticato l’intervento con taglio su qualunque volume prostatico).
La tecnica più valida è la resezione endoscopica transuretrale (TURP) che può essere eseguita utilizzando fonti di energia mono o bipolare oppure fonti di energia laser Tullio o Olmio.
Le compresse di Cialis e altri inibitori della PDE5 sono raccomandati come trattamento di prima linea per i pazienti con disfunzione erettile, generata da cause neuropatiche, vascolari e psicogene. Sono disponibili anche altri metodi di trattamento per la DE , tra cui terapia, dispositivi per il vuoto, farmaci intrauretrali e protesi impiantabili. Gli inibitori della PDE5 sono riconosciuti come i trattamenti più soddisfacenti ed efficaci per l’ED.