Vivere l’adolescenza oggi: alcuni consigli pratici per i genitori

Ultima modifica: 14 Luglio 2023

Intervista alla Dott.ssa Mariarosa Ferrario, Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Neuropsichiatria Infantile (NPI) del Presidio Ospedaliero di Gallarate


Redazione Web: L’adolescenza, si sa, è un periodo complicato e difficile per i ragazzi che affrontano numerosi cambiamenti fisici. Quali sono, invece, i principali cambiamenti psicologici?

Mariarosa Ferrario: L’adolescenza è un periodo della vita caratterizzato da importanti sconvolgimenti fisici, ma anche da rilevanti cambiamenti psichici. L’adolescente si ritrova ad affrontare i compiti evolutivi specifici dell’età quali la creazione identitaria, la crescita di un sé sociale, il percorso di differenziazione dalle figure genitoriali verso l’autonomia. Anche le strutture del sistema nervoso subiscono una riorganizzazione che porterà alla maturazione delle capacità di autocontrollo, di prendere decisioni, di acquisizione di responsabilità.
Gli adolescenti di oggi sono nati  e cresciuti in un ambiente molto diverso da quello dei loro genitori,  si ritrovano in una società  complessa in continua trasformazione e anche il concetto di famiglia si è modificato. Si è passati dalla “famiglia normativa”, che mette regole e limiti,  alla “famiglia affettiva” che sostiene la crescita dei figli, sprona verso la piena realizzazione di sé.  Se da un lato questo non può che avere effetti positivi,  dall’altro potrebbe esporre a nuove fragilità  quando i figli si trovano ad affrontare il conflitto fra aspettative ideali molto sviluppate nell’infanzia e il mancato riconoscimento sociale.  La spinta verso un ideale di perfezione e successo, promosso dalla cultura odierna, dove domina l’immagine, accanto ad una difficoltà di orientarsi verso una progettualità futura, spesso incerta e confusa  nell’attuale contesto socioeconomico,  possono portare a senso di smarrimento e disorientamento.

RW: Ci sono differenze sostanziali tra maschi e femmine?

M. F.:  Uno dei compiti complessi che l’adolescente deve affrontare è quello di elaborare le trasformazioni del proprio corpo e costruire un’immagine mentale capace di costituire la base della propria identità maschile o femminile.
Questo processo porterà alla realizzazione di una maturazione sessuale adulta e alla consapevolezza della capacità generativa. Nel percorso di sviluppo si  intrecciano fattori biologici, psicologici e socio-educativi. Sia per i maschi che per le femmine il fulcro rimane la costruzione di un’identità personale e sociale matura e  i cambiamenti intervenuti negli ultimi decenni nella declinazione del ruolo maschile  e femminile interferiscono certamente nel processo di definizione della propria identità. Se nel passato l’identità adulta era organizzata in ruoli rigidi e sistemi di valori ben definiti per il maschio e la femmina, nella società attuale questa differenza è più sfumata, maschi e femmine hanno elaborato comportamenti più simili, più liberi dai modelli tradizionali.
In genere le ragazze presentano una maggior precocità evolutiva rispetto ai coetanei. All’interno di modelli più fluidi e flessibili, per il maschio prevale la ricerca di avventura, l’esplorazione, il controllo della forza, dell’impulsività, la sfida, la ricerca del gruppo, per la femmina l’investimento sulle relazioni, la ricerca di interiorità, l’impegno, la maggior focalizzazione sull’immagine corporea.
E’ proprio nella dimensione femminile, che sono avvenuti i cambiamenti maggiori con l’affermarsi della donna nel mondo del lavoro, nel ricoprire ruoli sociali nel passato presidiati prevalentemente dal maschile. Ne consegue che le ragazze si ritrovano a confrontarsi con un ideale femminile veicolato dal sociale connotato dalla ricerca eccessiva di  perfezione che sembra lasciare poco spazio alla maternità. In entrambi i sessi la realizzazione dell’identità di genere affonda le sue radici nelle esperienze infantili e nelle relazioni sperimentate.

RW: Cosa significa essere adolescenti oggi nella società della comunicazione tecnologica?

M. F.: Le tecnologie informatiche e i mezzi di comunicazione sono parte integrante del tessuto socio-culturale attuale e gli adolescenti di oggi “nativi digitali” sono nati in un mondo già intriso di tecnologia.
Internet ha cambiato in maniera radicale la modalità di accesso alle esperienze, di vivere le relazioni sociali. Tutto è vissuto nel segno dell’immediatezza e della rapidità.  Vita reale e virtuale si intrecciano continuamente nella nuova generazione. Lo spazio digitale per gli adolescenti  è dove si svolge gran parte della loro quotidianità per acquisire informazioni, per ragioni  scolastiche, per sviluppare relazioni ludiche. Gli adolescenti usano la rete per contattare i coetanei che si trovano dall’altra parte del mondo o che vedono tutti i  giorni a scuola, sviluppano spazi condivisi, che anche se non reali rappresentano oggi la piazza, il cortile del tempo passato. I corpi fisici sono lontani, ma loro sono sempre connessi.
La rete offre grandi opportunità,  ma può presentare anche potenziali rischi  ed è per questo che  il compito importante degli adulti di riferimento dovrebbe essere quello di educare ad un uso consapevole della tecnologia e della rete.

RW: Quali consigli darebbe ai genitori di ragazzi adolescenti per affrontare meglio questo periodo?

M. F.: L’adolescenza è un periodo di sconvolgimento non solo per i ragazzi e le ragazze, ma molto spesso anche per i genitori che improvvisamente non riconoscono più nei figli il bambino o la bambina che giocavano al parco o chiedevano aiuto per i compiti.
Gli adolescenti oggi sono persi in un mondo che offre tanti stimoli e possibilità, ma in cui non sempre trovano riferimenti stabili.  Sono in balia della loro sfera emotiva e se non non sono in grado di gestirla esprimono con il corpo e l’azione ciò che non riescono a tradurre in parole. Alcuni scaricano all’esterno questa tensione emotiva con ribellioni verbali e fisiche, comportamenti sregolati, uso di sostanze o alcool, altri la riversano su se stessi con il silenzio, la chiusura, il ritiro sociale, gli attacchi al corpo come i disturbi alimentari o l’autolesionismo. I genitori a volte si sentono esclusi dalla vita dei loro figli,  faticano a capirli e a comunicare.
Mi sento di consigliare ai genitori di condividere con loro sempre uno spazio di ascolto in cui potersi esprimere anche quando lo rifiutano, di accettare di potersi separare dai figli accompagnandoli nel processo di autonomia e soprattutto, nella società attuale che vede la realizzazione nel successo, di abituarli a tollerare il fallimento, la frustrazione dell’insuccesso.
E quando ci si trova in difficoltà  o si colgono  i primi segnali di rischio è utile rivolgersi a uno specialista che affianchi il percorso di crescita  ricordandosi che l’adolescente porta con sé un grande potenziale di apprendimento e di espressione creativa.